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L’Aquila, incontro sulla comunicazione ai pazienti di patologie inguaribili

La sensibilità è la stella guida, quando si deve dare a un paziente la notizia dell’impossibilità di raggiungere una guarigione.

Come comunicare una patologia inguaribile al malato e ai suoi stessi familiari, evitando che la rivelazione sfoci in serie conseguenze  psicologiche  su tutti i soggetti coinvolti, compreso il personale sanitario che si occupa dell’assistenza? È il tema, assai delicato e sempre più cruciale nella sanità di oggi, al centro dell’incontro, aperto non solo ai medici ma a chiunque voglia intervenire, in programma il 22 dicembre all’Aquila, nell’aula ‘Assunta Buzzelli’ dell’hospice Casa Margherita, all’ex Onpi, dalle ore 9 alle 13.

Si tratta di un aspetto sempre più rilevante perché riguarda la necessità di assicurare al malato terminale e ai cari che gli sono accanto non solo un trattamento di fine vita dignitoso e finalizzato alla riduzione del dolore ma anche in funzione di una gestione il più efficace possibile dell’aspetto psicologico. Diventa quindi fondamentale conoscere e approfondire il ruolo dato alle cure palliative dalla legge 38 del 2010 e alla terapia intensiva, con particolare riferimento alla necessità di garantire  un’adeguata preparazione del personale sanitario coinvolto.

All’incontro del 22 dicembre  dal titolo: ‘Lavoro della psiche nelle cure palliative e nella terapia intensiva’, centrato  sull’importanza proprio della giusta comunicazione fra sanitario, paziente e familiare, interverranno il professor Franco Marinangeli, responsabile dell’hospice e direttore  di Anestesia e rianimazione, le psicologhe dell’hospice, dottoresse Sara Cappelli  e Giorgia Manilla nonché la dottoressa  Roberta Ciuffini, psicologa clinica impegnata in un progetto nella terapia intensiva dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila.

«Quando – afferma Marinangeli – l’obiettivo non può più essere la guarigione si devono modificare le strategie terapeutiche per garantire al paziente la miglior qualità di vita possibile per tutto il tempo che gli resta. Nei confronti della malattia e del suo esito il paziente, i familiari e il personale sanitario hanno una propria reazione che, se non colta tempestivamente, può sfociare in serio disagio psicologico. L’incontro ha come finalità la presa di coscienza di alcuni sintomi base per prevenire e gestire tale disagio». L’incontro, organizzato anche con il supporto dell’Associazione V.A.Do. (Volontariato per l’Assistenza Domiciliare) è aperto a tutti gli interessati, anche non sanitari, e rientra nei percorsi formativi della rete di Terapia del Dolore e Cure Palliative della ASL Avezzano-Sulmona-L’Aquila.

 

Foto di: robadadonne.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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