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L’Aquila investe nella smart city

"Avezzano resta indietro perché il divario cresce", la riflessione di Oreste Angeloni ex responsabile Organismo Consultivo Avezzano Smart City

Riceviamo e pubblichiamo

Mentre il capoluogo accelera verso un modello urbano innovativo, sostenibile e tecnologicamente avanzato, Avezzano continua a rimanere alla finestra. E la distanza tra le due principali realtà della provincia rischia di diventare strutturale.
L’Aquila ha avviato un articolato progetto di efficientamento energetico, riqualificazione illuminotecnica e monitoraggio sismico degli edifici pubblici, grazie a un partenariato pubblico-privato che comprende anche una control room certificata a livello europeo. Una scelta che proietta la città verso una gestione urbana basata sui dati, integrata e in linea con i modelli europei di smart city.
La control room consentirà un monitoraggio continuo degli impianti tecnologici, superando la tradizionale frammentazione dei servizi comunali e creando un unico ecosistema capace di raccogliere, elaborare e utilizzare informazioni in tempo reale. Un passo che introduce non solo maggiore efficienza, ma anche una gestione urbana proattiva.
A questa infrastruttura si affiancano strumenti strategici come il nuovo Sportello Unico per l’Edilizia e il Gemello Digitale, una piattaforma tridimensionale che integra dati territoriali e ambientali con precisione millimetrica. L’Aquila, insomma, si posiziona come laboratorio regionale di innovazione urbana.
Avezzano, il grande assente
Di fronte a un progetto definito ‘replicabile a livello regionale’, sorprende l’assenza di una strategia simile da parte dell’amministrazione comunale, senza un piano strutturato né un coordinamento centrale.
A frenare Avezzano ci sono una combinazione di fattori: scelte politiche poco orientate all’innovazione, leadership decisa, mancata visione unitaria e condivisa, scarso utilizzo di modelli di collaborazione pubblico-privato e mancanza di un ecosistema tecnologico capace di supportare un percorso strutturato a lungo termine.
Il rischio di un divario irreversibile
Nel frattempo, L’Aquila consolida la sua immagine di città moderna, resiliente e tecnologicamente avanzata, capace di attrarre investimenti e offrire servizi pubblici evoluti. Avezzano, invece, rischia di perdere competitività proprio mentre molte città di medie dimensioni stanno ripensando il loro futuro attraverso digitalizzazione, sostenibilità e gestione basata sui dati.
Rimane, quindi, aperto un interrogativo: perché non sono state prese in considerazione le proposte progettuali, in particolare quelle relative alla piattaforma dati integrata e al Gemello Digitale, presentate dal sottoscritto e dall’Organismo Consultivo?
E soprattutto: chi ha ostacolato l’operato dell’Organismo Consultivo — dirigenti comunali o altri — senza nemmeno valutarne le proposte, con conseguenze negative per l’intera comunità?

E’ un’occasione persa per la città.
Il tempo per colmare il divario si assottiglia rapidamente. Una città che ambisce a essere riferimento della Marsica non può restare indietro mentre intorno il futuro corre.

Oreste Angeloni
, ex responsabile Organismo Consultivo Avezzano Smart City

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