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L’Aquila: “Nessun ascolto di chi vive il centro”

"Biondi ritiri la delibera": Commercianti, professionisti e residenti del centro storico scrivono una lettera al sindaco Biondi

Commercianti, residenti e professionisti del centro storico dell’Aquila hanno scritto una lettera aperta al sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi.

Nella missiva viene precisato che “auspichiamo una totale pedonalizzazione del centro storico” e ancora “non c’è mai stato l’ascolto di chi vive il centro storico in ricostruzione più grande d’Italia”.

I firmatari della lettera inoltre sottolineano l’importanza dell’arrivo della bella stagione, “trimestre estivo nodale per la ripresa post COVID”.

LA LETTERA COMPLETA

La delibera votata dalla Sua Giunta nei giorni scorsi non può trovare il nostro accoglimento e ci spiace dover constatare che non c’è mai stato l’ascolto di chi vive il centro storico in ricostruzione più grande d’Italia e combatte quotidianamente le sue criticità con grande forza d’animo, avendo scelto di investire nel suo futuro.

Molti fra noi, con il buon senso di chi cerca ascolto e soluzioni, hanno cercato interlocuzioni con la Sua amministrazione e alcuni fra noi hanno persino scritto all’assessore competente una nota per dare un apporto di soluzioni e non una lista di richieste; purtroppo non abbiamo avuto l’onore di ricevere una risposta. Chiudere alle 18 o alle 19 in luogo delle 20 il centro è una presa in giro così come la chiusura prevista per il fine settimana. I danni saranno ingenti. Eppure ben sa signor Sindaco come questo trimestre estivo sia nodale per la ripresa post COVID.

Riteniamo comunque estremamente importante ribadire che auspichiamo una totale pedonalizzazione del centro storico perché questo significherebbe aver realizzato le infrastrutture necessarie a permettere questo cambiamento proprio come è avvenuto in tutte le città – spesso citate come termine di paragone con la nostra – che hanno centrato una sana vivibilità del centro storico; di ognuna di queste però andrebbe analizzato il funzionamento a pieno regime di una molteplice serie di servizi messi a supporto di residenti, commercianti e fruitori del centro storico: si vedrebbe, Signor Sindaco, che la stessa analisi fatta nella nostra città non porta purtroppo alle stesse conclusioni.

Pedonalizzare un centro storico necessitava di programmazione e di azioni nel breve e nel medio e lungo termine. La pedonalizzazione doveva essere l’ovvia conclusione di una strutturalità di interventi messi in campo dall’amministrazione comunale. Si è passati invece dal Fare Centro come misura centrale della ripresa a una chiusura senza logica, soprattutto se vista con le criticità croniche proprie del centro storico. Il luogo della Sua azione avrebbe dovuto essere il consiglio comunale del 2019 sulla ripresa del centro storico che aveva prodotto unanimemente una programmazione precisa e specifica su quanto si doveva realizzare. Quanti obiettivi di quelli messi allora in agenda sono stati centrati in questi due anni? In questi due anni da quel consiglio, quattro dalla Sua elezione, si sarebbero dovute avere risposte chiare su parcheggi, regolamentazione dei mezzi della ricostruzione, utilizzo del terminal per gli operai edili, sicurezza, videosorveglianza.

Senza questi giusti presupposti, signor Sindaco, non avrà tanto la pedonalizzazione auspicata quanto l’aumento indiscriminato delle problematiche di chi oggi cerca con la propria casa o la propria attività di ripopolare economicamente e fisicamente il centro storico.

Anche il tentativo di mettere le diverse attività e le partite IVA presenti le une contro le altre, dividendo le zone del centro e creando un’evidente differenziazione di trattamento denota ancor di più la debolezza dell’azione politico – amministrativa messa in campo.

Se è necessario prendere delle misure drastiche allora si faccia un’isola pedonale che copra tutto il giorno così almeno avremmo superato le problematiche relative alla ricostruzione.

Pertanto Le chiediamo di fare un passo indietro dalla delibera di Giunta approvata così da non rendere vani i sacrifici di chi investe ogni giorno nella ripartenza della città, attuando restrizioni ulteriormente invalidanti, confuse e non supportate dai servizi e dalle infrastrutture necessarie. Temiamo che tutto questo possa portare ad un’inversione di tendenza nell’abitare e rendere vivo il centro storico se non addirittura una vera e propria inversione di tendenza con commercianti e professionisti pronti al ritorno in periferia.

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