“‘Prevaricazione, violenza, privazione della libertà altrui’ alla stregua di quelli che hanno assaltato la sede della Cgil: così il sindaco Biondi, per giustificarne la grave ed incomprensibile bocciatura, ha definito la mozione presentata dal sottoscritto e Stefano Palumbo col sostegno dei colleghi di opposizione che ringrazio profondamente”.
È quanto si legge in una nota di Stefano Albano, consigliere comunale Pd L’Aquila.
“Se abbiamo sentito la necessità di portare in discussione un documento in consiglio comunale, è perché riteniamo gravissimo quanto accaduto sabato 9 ottobre a Roma e che le istituzioni, a cominciare dagli enti locali, debbano dare un segnale fermo ed unitario di condanna. Del resto la stessa CGIL ha lanciato un appello, a livello nazionale e nella nostra provincia per bocca del Segretario Francesco Marrelli, chiedendo alle istituzioni impegni concreti e non la facile retorica della solidarietà “a chiacchiere”. Ma come fa il sindaco a parlare di prevaricazione quando si riferisce alle proposte contenute nella nostra mozione?”.
“Escludere qualunque tipo di presenza o manifestazione sul territorio di soggetti che si ispirano al fascismo rappresenta un atto di prevaricazione? Promuovere i percorsi scolastici e la partecipazione a progetti culturali che valorizzino la cittadinanza attiva e i valori democratici verso i giovani si può configurare come prevaricazione? Oppure negare il rilascio dell’autorizzazione di occupazione del suolo pubblico, di utilizzo di sale pubbliche, l’assegnazione di contributi, patrocini o altre forme di supporto e sostegno ad associazioni che presentino richiami all’ideologia fascista, alla sua simbologia, alla discriminazione razziale, etnica, religiosa, linguistica o sessuale significa fare prevaricazione? O forse lo è richiedere vigilanza al corpo di polizia locale per l’applicazione della legge n° 645/1952 (Legge Scelba) e della legge n° 205/1993 (Legge Mancino) in particolare alla diffusione di materiale inneggiante alla discriminazione, all’odio e alla violenza? Eppure a noi questi appaiono come segnali concreti. Il centrodestra aquilano invece ha optato per uno stringato documento, da opporre al nostro, che si limita a dare vaga solidarietà alla CGIL. Dovevano tenerci molto considerato che al momento del voto i consiglieri di maggioranza erano presenti talmente in pochi da non garantire il numero legale. La votazione si è fatta grazie all’opposizione che è rimasta in aula”.
“Biondi ha poi aggiunto che il testo da noi presentato ‘per certi versi, nega i principi stessi della Carta costituzionale’. Forse il sindaco ignora che analoghe mozioni sono già state approvate nei comuni di Milano, Torino, Cuneo, Pisa, Siena e altri ancora e che il TAR di Brescia, a seguito di un ricorso di Casa Pound, ha emesso un’ordinanza dando ragione alle amministrazioni che hanno applicato simili misure, ordinanza poi confermata anche dal TAR Piemonte – conclude – Della brutta pagina di ieri in consiglio comunale resta l’esempio di un sindaco che per l’ennesima volta preferisce le vesti di leader di Fratelli d’Italia a quelle di primo cittadino, e l’enorme problema culturale della maggioranza al governo della città: l’incapacità di essere una destra moderna”.