L’azienda edile Tensiter con sede a Bazzano in provincia dell’Aquila viene messa in ginocchio a causa di un licenziamento collettivo. I tre segretari di FILCA-CISL Pietro Di Natale, FILLEA –CGIL Cristina Santella, FENEAL-UILL Luigi Di Donato si schierano a favore dei 10 lavoratori che perderanno il posto.
«Venticinque anni sul territorio, senza investimenti per la crescita e senza miglioramenti nella tecnologia. Ora, quando gli ammortizzatori sociali sono finiti, un licenziamento collettivo. Ci opporremo in tutti i modi affinché questo non accada e chiederemo immediatamente alle istituzioni un tavolo di lavoro per la tutela dei lavori per far capire una volta per tutte alle aziende che si sono insediate a L’Aquila che su un territorio già segnato non si specula» .
I segretari FILCA-CISL Pietro Di Natale, FILLEA –CGIL Cristina Santella, FENEAL-UILL Luigi Di Donato, intervengono sull’annuncio di una nuova ‘pesante procedura di licenziamento collettivo’ ai danni dei dipendenti dello stabilimento della Tensiter, al Centro di Bazzano in provincia di L’Aquila. Una comunicazione che è arrivata ai sindacati nei giorni scorsi.
«Continua il depauperamento del tessuto produttivo nella zona industriale aquilana con la richiesta di 10 licenziamenti nell’azienda che produce ponti, muri di sostegno e gallerie artificiali prefabbricati in campo stradale e ferroviario», dicono i tre segretari, «oltre ai danni procurati dal terremoto nel tessuto sociale aquilano, arriva ora un nuovo calo di occupazione in un’azienda collegata al settore edile».
«Non basta fare proclami», vanno avanti, «non si possono mantenere le famiglie con i sussidi e con i bonus, ma con gli investimenti che producono lavoro», denunciano Di Natale, Santella e Di Donato, che hanno presieduto a un’assemblea dei dipendenti dello stabilimento che ormai sono rassegnati, rispetto alle promesse di investimento fatte all’indomani dell’ultima procedura di licenziamento chiusa nel 2016.
«All’epoca il titolare dell’azienda aveva promesso che con lo snellimento del personale avrebbe rilanciato la produzione con degli investimenti», insistono, «sembrava che l’azienda avesse incassato alcune commesse e tutto lasciava presagire ad un futuro più sereno, e invece ora, nella comunicazione dell’azienda, traspare un ulteriore calo del fatturato del 2016. Secondo l’azienda, l’inadeguatezza degli strumenti di ammortizzazione temporanea non consentirebbe di gestire i cali temporanei di lavoro. Al contrario i lavoratori sostengono che l’azienda dal 1990 ha utilizzato regolarmente lo strumento della cassa integrazione».
«Ci batteremo per questi lavoratori contro la speculazione che alcuni imprenditori pensano di poter fare tranquillamente a L’Aquila», concludono i tre segretari, « venerdì 16 avremo un incontro nella sede della Confindustria di L’Aquila, nella speranza che i sindacati riescano a far ritirare la procedura di licenziamento collettivo».
Fonte: Ufficio Stampa Fillea – CGIL, Filca-CISL, Feneal – UIL
Fonte foto: Il faro 24