Il Consiglio comunale dell’Aquila ha ratificato ieri l’accordo di programma Provincia-Comune per la ricostruzione della scuola d’infanzia e primaria di Pianola.
Il progetto, oggetto dell’accordo sottoscritto dal sindaco del capoluogo abruzzese, Pierluigi Biondi, e dal presidente della Provincia, Angelo Caruso, prevede inoltre la realizzazione della rotatoria di accesso al complesso scolastico in questione.
Nonostante l’unanimità, il consigliere comunale di opposizione Paolo Romano, di L’Aquila Nuova, ha sottolineato i ritardi accumulati in questi anni, puntando il dito anche contro il mancato coinvolgimento della cittadinanza, sollevando dubbi sulla scelta del sito.
“Sulla delibera della scuola di Pianola non abbiamo frapposto ostacoli che pure avrebbero dovuto esserci. Farlo significava perdere ancora altro tempo visti i tempi lumaca dell’amministrazione sull’edilizia scolastica e farlo perdere soprattutto ai cittadini di Pianola, Bagno e Civita di Bagno che su quella scuola attendono risposte dal 2017, anno nel quale è stata finanziata”, scrive Romano sui social.
La delibera – ricorda ancora il consigliere comunale – è stata votata all’unanimità, “ma alcune cose vanno dette forti e chiare”.
La questione temporale: “I ritardi accumulati dal 2017 sono enormi e non ancora pienamente spiegati da questa amministrazione: si pensi solo che oggi sono ancora al punto degli espropri, non della fase conclusiva dei lavori. Eppure il sindaco dal 2020 gode di poteri commissariali”, aggiunge Romano.
La scelta del sito dove realizzare la scuola “è cambiata ben tre volte prima di arrivare a volerla realizzare lungo la Mausonia in un’area privata: questo fa capire come fin dall’inizio da parte di questa Giunta non ci fosse una visione chiara”, puntualizza.
Il futuro degli spazi pubblici: “La ricostruzione sta restituendo luoghi della nostra città e sta imponendo la necessità di decidere cosa fare con tutto il patrimonio ‘emergenziale’ fruito fino ad adesso. La realizzazione della scuola avrebbe dovuto fornire lo spunto per riqualificare alcune aree che dovranno andare comunque a riqualificazione: che ci faremo con l’area Map o con il vecchio Musp, solo per citarne alcuni?”, chiede ancora il consigliere.
La scelta di quel sito costringerà chiunque, secondo Romano, “a dover prendere l’auto, alla faccia dei ‘servizi nei cinque minuti'”.
La partecipazione dei cittadini delle tre aree alla scelta del sito di ricostruzione “come al solito – conclude – non si è vista”.