Un tesoro dal valore storico, culturale e architettonico all’interno dell’aggregato Sperone di Fortebraccio, nel centro storico dell’Aquila, rischia di essere coperto a causa di dinamiche legate alla ricostruzione post-terremoto.
Si tratta di un loggiato trecentesco composto da tre bifore, uno dei complessi più antichi della città, forse persino la dimora storica di Braccio da Montone, il condottiero che nel 1424 perse la battaglia dell’Aquila contro le forze cittadine.
A dare la notizia è il quotidiano il Messaggero. Le tre bifore sono state scoperte durante i lavori di ricostruzione dell’edificio, ma rischiavano di essere chiuse e distrutte senza alcun intervento di recupero.
L’intervento tempestivo della Sovrintendenza ha bloccato tali tentativi, e ora la questione è finita nelle mani dei carabinieri del Nucleo Tutela Beni Culturali, della Direzione investigativa antimafia e della Procura della Repubblica. La vicenda va avanti da cinque anni, sin da quando il cantiere è stato assegnato a un’associazione temporanea di imprese. Il Consorzio dell’aggregato aveva motivato la richiesta di chiusura delle bifore a causa della mancanza di fondi per il recupero e consolidamento strutturale.
Dopo segnalazioni dei residenti e sopralluoghi tecnici, la soprintendente Cristina Lettini hanno respinto la richiesta del Consorzio, attivandosi con le segnalazioni.
Sotto il profilo storico, lo studio relativo all’aggregato Sperone di Fortebraccio potrebbe cambiare la storia della città.
Si crede che le bifore siano state realizzate tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento da artigiani di Capua, il che rafforza il legame con Braccio da Montone, che era anche principe di Capua. Si ipotizza persino che il condottiero possa aver perso la vita proprio in questa via. Durante i lavori, è emerso uno stemma sulla facciata, il cui studio potrebbe fornire ulteriori elementi.