Le ultime rilevazioni Istat sul mercato del lavoro portano segnali positivi: nel secondo trimestre 2022 gli occupati sono stati 23,1 milioni con un aumento di 677 mila unità sullo stesso periodo del 2021 e il tasso di disoccupazione è sceso all’8,1%. Non sono positivi invece i dati sui posti vacanti, pari al 2,2%, ovvero il livello più elevato dal 2016, inizio del periodo di osservazione. I posti vacanti sono quei posti di lavoro liberi o in procinto di esserlo, per i quali il datore di lavoro cerchi attivamente un candidato adatto e sia disposto a fare sforzi supplementari per trovarlo. Recentemente anche l’Ocse aveva notato che l’incidenza di posti di lavoro vacanti in Italia aveva raggiunto livelli record, con un aumento particolarmente forte nei servizi di alloggio e di ristorazione, dove ha raggiunto il 3% all’inizio del 2022.
Anche dal mondo delle imprese negli ultimi mesi si sono susseguiti gli allarmi sulle crescenti difficoltà a trovare personale, malgrado il tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile, in varie regioni sia sempre su livelli inaccettabili. E così proprio nel mondo delle imprese si stanno moltiplicando gli sforzi per trovare una soluzione, che spesso passa attraverso accordi con il mondo della scuola e dell’università o con iniziative aziendali per la formazione.
Un esempio è quello di Webuild, il principale gruppo italiano nella costruzione di infrastrutture e grandi opere, che dà lavoro oggi a 16.000 persone, dirette e di terzi, di cui 9.000 al Nord e 7.000 al Centro e Sud. Posti di lavoro preziosi, spesso in aree dove il lavoro non abbonda, ma che necessitano delle giuste professionalità per venire incontro alle esigenze delle aziende.
Per far fronte a queste esigenze, Webuild ha avviato una serie di iniziative come la Scuola di mestieri, un percorso che combina teoria ed esperienza sul campo ossia nei cantieri di opere in costruzione, per formare la nuova generazione di operai specializzati. La Scuola è aperta a tutti i giovani che hanno conseguito il diploma di scuola secondaria di primo grado o che hanno concluso il percorso di istruzione professionale Ifp o di scuole secondarie superiori, oltre che tutti coloro attualmente in stato di disoccupazione. Il percorso formativo ha una durata di 4-6 mesi e si articola in tre fasi: moduli preparatori all’uso di attrezzature e macchinari, con simulatori; lezioni teoriche su salute e sicurezza; training on the job: formazione pratica sul campo.
In una delle opere infrastrutturali che Webuild sta realizzando in Italia, il Terzo Valico dei Giovi – Nodo di Genova (il più grande cantiere attualmente attivo nel nostro paese) si è appena conclusa la formazione dei primi operai nella scuola per lo scavo tradizionale. Il percorso formativo, iniziato a maggio, è durato 4 mesi e ora gli studenti sono pronti per svolgere i ruoli di escavatoristi, pompisti, carpentieri e lancisti.
Altri operai in formazione sempre al Terzo Valico termineranno il loro percorso formativo entro la fine dell’anno. In fase di avvio, infine, entro il 2022 ci sono altri due cantieri scuola: quella della Strada Statale Jonica 106 – Terzo Maxi Lotto mentre il secondo è presso la tratta ferroviaria Apice-Hirpinia della linea ferroviaria alta capacità/alta velocità Napoli-Bari. Questi due percorsi-scuola, dedicati rispettivamente allo scavo tradizionale e allo scavo meccanizzato consentirà di formare circa 120 persone tra l’ultimo semestre del 2022 e il 2023.
Webuild è impegnata anche in programmi dedicati ai giovani laureati, neo-laureandi e alle università italiane per promuovere l’innovazione e la ricerca nelle infrastrutture. nell’ambito del progetto Next-Gen. Con il Premio Alberto Giovannini ad esempio – a giugno 2022 si è conclusa la prima edizione – ai vincitori sono stati assegnati 8 tirocini formativi per crescere all’interno del Gruppo Webuild; e una borsa di dottorato triennale è andata al Politecnico di Torino per un progetto di ricerca sul digital twin.
Per l’anno accademico 2021-2022, Webuild ha promosso anche la prima edizione di Challenge4Sud rivolta a tutti gli studenti dei corsi di laurea Triennale e Magistrali di ingegneria delle università di Abruzzo, Basilicata, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, che si si sono confrontati in una vera e propria sfida per sviluppare e proporre le idee più innovative e sostenibili nell’ambito delle tecnologie digitali a supporto delle infrastrutture