“Se vincono i metalmeccanici vince tutto il paese”. È stata particolarmente partecipata la “marcia per il lavoro” organizzata questo pomeriggio da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil nell’ambito dello sciopero nazionale indetto dai sindacati confederali.
Uno sciopero di due ore che in provincia di Teramo è stato ampliato a quattro ore, e accompagnato da una passeggiata da piazza Madonna delle Grazie fino a piazza Martiri per accendere i riflettori sulle tante vertenze aperte in provincia nel settore metalmeccanico. E in piazza, ieri, c’erano diversi lavoratori delle aziende che rappresentano le vertenze simbolo: dall’Atr alla Veco, dalla Betafence alla Selta all’Atr.
“In provincia di Teramo abbiamo deciso di raddoppiare le ore di sciopero perché il nostro territorio è martoriato – ha detto il segretario provinciale della Fim Cisl Marco Boccanera – stiamo perdendo competitività, pezzi importanti di aziende. E l’effetto dello sblocco dei licenziamenti si vedrà in autunno, quando finiranno a uscire i precari che fino a oggi hanno fatto da cuscinetto senza che nessuno se ne accorgesse”.
La richiesta alla politica è dunque quella di mettere in campo ricette reali, innovare il sistema degli ammortizzatori sociali, puntare sull’innovazione è riformare la politica industriale del paese. “Noi siamo qui oggi per rendere tutti consapevoli di quello che sta succedendo in tutta Italia da giugno – ha detto Natascia Innamorati, della Fiom Cgil – non si riesce a portare a casa un tavolo negoziale. Noi non vogliamo gli ammortizzatori sociali, vogliamo lavorare. Rischiamo di perdere centinaia di posti di lavoro se non pensiamo a riformare la politica industriale del paese”. Sulla necessità di innovare il sistema industriale anche il segretario della Uilm Uil Gianluca Di Girolamo, che ha poi chiamato: “Se Confindustria dichiara che c’è la ripresa dove sta la necessità dei licenziamenti?”.