Si sta avviando verso la conclusione il dossier per l’ampliamento del Sito Seriale UNESCO “Ancient and Primeval Beech Forests of the Carpathians and Other Regions of Europe”, iscritto al Patrimonio dell’Umanità nel luglio 2017, che attualmente protegge l’integrità di 78 foreste che nel complesso di estendono su 92.000 ha in oltre 40 aree protette di 12 Paesi Europei.
La protezione delle faggete vetuste UNESCO rafforzerà la conservazione di un habitat forestale strategico dove si rinvengono genotipi unici adattati a climi continentali, caldi ed aridi dove la specie è capace di esprimere alberi di dimensioni eccezionali e faggi pluricentenari così come avviene nel settore più oceanico.
Si tratta di una rete unica strategica per rispondere agli obiettivi di Agenda 2030 innanzitutto per conservare la biodiversità e mitigare i cambiamenti climatici.
In Italia il coordinamento del dossier è stato svolto dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise in stretta sinergia col Ministero dell’Ambiente e con la consulenza scientifica dei Professori Gianluca Piovesan ed Alfredo Di Filippo dell’Università della Tuscia (DAFNE). L’estensione prevede l’entrata nella rete attuale composta da 10 faggete italiane iscritte al Patrimonio dell’Umanità, di due Riserve dello Stato gestite dai Carabinieri Forestali – Reparto Biodiversità: la Riserva di Valle Infernale nel Parco Nazionale dell’Aspromonte e la Riserva di Sfilzi nel Parco Nazionale del Gargano.