Le montagne abruzzesi si confermano i luoghi più gettonati del 2020. Complice la voglia di trascorrere più tempo all’aria aperta e a contatto con la natura incontaminata, ma anche la possibilità di praticare sport nel rispetto delle norme di distanziamento che hanno scandito, e continuano a farlo, le nostre vite.
A confermare il crescente appeal delle montagne abruzzesi, i dati degli interventi effettuati quest’anno dal Soccorso Alpino e Speleologico d’Abruzzo e quelli diffusi dal CAI Abruzzo sul numero dei soci e delle attività svolte dalla delegazione regionale, che conta sul territorio 23 sezioni, 9 sottosezioni e 3 scuole di alpinismo, per un totale di circa 5 mila e 500 iscritti.
“Quest’anno – confermano i presidenti regionali del Soccorso Alpino e Speleologico, Daniele Perilli e del CAI, Francesco Sulpizio – le montagne abruzzesi hanno registrato un vero e proprio boom di visitatori, giunti da tutta Italia. E’ un segnale che per il nuovo anno ci spinge a sensibilizzare ancora di più e meglio cittadini e turisti verso la conoscenza, la tutela e il corretto comportamento da tenere in montagna. Siamo la regione verde d’Europa, ma ancora in pochi conoscono bene tutte le nostre risorse naturali e noi del Sasa e del CAI, che amiamo la Montagna, insieme possiamo aiutare a divulgare questo immenso ed importante patrimonio paesaggistico e faunistico custodito dalle nostre montagne”.
Il Soccorso Alpino e Speleologico quest’anno ha effettuato 146 interventi e ha prestato soccorso a 216 persone. Cresciuti anche gli interventi in grotta e in forra, rispetto al 2019.
“Un aumento considerevole rispetto allo scorso anno, considerando che – continua Daniele Perilli -, a causa del lockdown, sono 8 i mesi da prendere in considerazione, contro i 12 del 2019. E’ un dato che ha una duplice lettura: da una parte è innegabile l’aumento dell’appeal della montagna, che quest’anno ha richiamato molti più turisti; dall’altro è la dimostrazione che dobbiamo continuare a diffondere la cultura della prevenzione, per ridurre sempre di più il numero degli interventi”.
Stesso trend di crescita per il CAI Abruzzo, malgrado lo stop totale dall’8 marzo fino a metà maggio, quando si è potuto tornare in montagna in forma individuale, pur restando il divieto di riapertura delle sedi sociali e la ripresa ufficiale delle attività escursionistiche come da programmi rimodulati.
“E’ stato un breve periodo estivo e preautunnale che – spiega Francesco Sulpizio- ha permesso il ritorno sui sentieri in osservanza delle norme dettate dal governo nazionale e regionale, sempre applicate con buon senso. Un periodo in cui abbiamo assistito ad un maggiore interesse nei conferma della montagna, anche se la pandemia non ha consentito lo svolgimento di alcune attività: la Commissione Regionale Escursionismo (CRE), tramite la Scuola suo braccio operativo, non ha potuto svolgere il secondo corso di qualifica per Accompagnatori di escursionismo, programmato a partire da maggio 2020, che vedeva iscritti oltre 30 Soci provenienti dalle sezioni Cai abruzzesi e da Lazio e Molise. Tutto rimandato all’anno che sta per iniziare, pandemia permettendo”.
Il Soccorso Alpino e Speleologico e il CAI abruzzesi, insieme all’associazione Guide alpine e accompagnatori d’Abruzzo, stanno studiando per il 2021 dei progetti congiunti per far conoscere la montagna in sicurezza e per veicolare valori di rispetto della natura e condivisione, perché, concludono Perilli e Sulpizio: “Attraverso un’escursione si possono superare le barriere sociali e psicologiche, favorendo nel
gruppo la creazione di un insieme durante il cammino. Vogliamo augurare a tutti i nostri collaboratori, volontari, soci, sanitari impegnati nei soccorsi e amanti della montagna un 2021 sempre più a contatto con la natura”.