“La chiusura del Tribunale di Avezzano decreterebbe il declino socio economico del territorio in cui è insediato, l’impegno della Lega è quello di mantenerlo aperto ma non con proroghe legate solo alle emergenze che purtroppo hanno attanagliato la nostra regione, ma con una legge che ne sancisca il mantenimento definitivamente. Sarà tra i primi atti del nuovo governo di centrodestra”.
Così il segretario regionale della Lega Abruzzo, il deputato Luigi D’Eramo, candidato capolista al collegio Plurinominale della Camera alle elezioni politiche di domenica commentando i dati elaborati dall’ordine dei commercialisti e revisori contabili di Avezzano. Dopo alcune proroghe della legge di riforma della Giustizia, il termine per la soppressione è stato fissato a fine 2023: oltre ad Avezzano, in Abruzzo rischiano Sulmona, Lanciano e Vasto.
“Il Tribunale serve 36 comuni, dislocati in una superficie territoriale eterogenea di circa 1.800 metri quadrati, tra le più complesse in Italia dal punto vista orografico. Superficie compresa tra la Conca del Fucino, i Piani Palentini e la Piana del Cavaliere”, scrive D’Eramo in una nota, raccogliendo un grido dall’allarme che arriva dai professionisti collegati al presidio di giustizia e, soprattutto, da un indotto economico che negli anni si è consolidando intorno al tribunale: dalle attività commerciali, alle librerie, ai bar alla ristorazione e a tanti altri servizi collegati.
In base a dati Istat aggiornati al 2017 la popolazione servita dal tribunale di Avezzano è di 130.789 unità, in un territorio con un’altitudine media di 762 metri sul livello del mare. Si tratta prevalentemente di aree montane per di più difficilmente accessibili e servite in modo precario dai mezzi pubblici, la provincia dell’Aquila è l’unica che non ha sbocchi sul mare e ad oggi ha tre tribunali. Secondo i dati Ancitel, il tribunale di Avezzano, con i suoi 1.802 chilometri quadrati su cui opera, supera per estensione territoriale sia L’Aquila (1.770,76), sia Sulmona (1.468,13). È il secondo tribunale della regione Abruzzo e il primo dei quattro considerati minori sui quali c’è la spada di d’amiche della soppressione.
“Secondo i dati riportati dal Ministero della Giustizia, in merito ai procedimenti dei tribunali abruzzesi, sia in sede civile che penale, relativi ai tribunali iscritti nel anni 2014, 2015, 2016, il tribunale di Avezzano è il primo dopo quelli collocati nel circondario delle quattro province”, continua D’Eramo, “sono centinaia le figure professionali che interagiscono con il tribunale. Oltre a circa 590 avvocati iscritti all’ordine, a 265 dottori commercialisti e esperti contabili, più decine di praticanti commercialisti, sono oltre 800 i professionisti iscritti all’albo dei Ctu. Oltre ad avvocati e commercialisti, infatti, operano a stretto contatto con il presidio di giustizia una lunga lista di consulenti che sono agronomi, architetti, assistenti sociali, periti assicurativi, promotori finanziari, sociologi, traduttori e molti altri. Tutti professionisti che in Italia, con le tasse delle loro partite Iva contribuiscono a far salire il Pil” spiega ancora D’Eramo. Per quanto riguarda la gestione, il totale dei costi, oneri di gestione e manutenzione degli immobili, della struttura è di circa 425mila euro a cui deve aggiungersi circa un milione e 200mila euro per il personale, per un totale di costo complessivo di circa 2 milioni e duecentomila euro.
Le entrate complessive, contributo unificato di iscrizione a ruolo più la tassazione dei provvedimenti giudiziari, si possono quantificare, invece, in circa due milioni di euro. L’incidenza sulla popolazione residente dei Comuni è di 0,97 euro. “La chiusura del tribunale di Avezzano oltre a rappresentare un rapido declino socio economico del territorio, così come prospettato anche dall’ordine dei commercialisti”, insiste il deputato – “avrà un’immediata conseguenza sui bilanci degli Enti locali, soprattutto per il Comune di Avezzano. Proprio l’Ordine, che già da qualche anno ha elaborato il dossier con tutti i dati insieme ad alcuni legali, stima che il Comune di Avezzano avrebbe minori entrate annue di circa 650mila euro, una perdita consistente che abbasserebbe inevitabilmente anche lo standard dei servizi forniti ai cittadini”, conclude D’Eramo.