“Lo sfascio della sanità in Abruzzo ha abbassato la guardia sia sulle azioni volte a migliorare le condizioni di salute e di sicurezza delle donne, sia sul tema dei diritti sanciti dalla legge 194 in materia di interruzione volontaria di gravidanza, sia sulla sua piena applicabilità. Il governo regionale non brilla nel riconoscimento dei contenuti, seguendo la linea della destra nazionale e trascurando l’importanza che questo testo ha per l’autodeterminazione delle donne”, dichiarano in una nota congiunta PD regionale, Giovani Democratici, Conferenza delle Donne Dem e Gruppo PD in Consiglio regionale che annunciano la presentazione di un’interpellanza per fotografare l’attuale situazione in Abruzzo, richiedendo dati aggiornati e trasparenti.
“Gli ultimi disponibili – spiegano – risalgono al 2022 e collocano l’Abruzzo tra le regioni con informazione mancante sull’IVG superiore al valore soglia del 5%. Secondo le rilevazioni ufficiali, tra il 75% e il 90% dei ginecologi abruzzesi è obiettore di coscienza, con punte vicine al 100% nella ASL di Chieti. Questo impedisce di fatto alle donne di esercitare il diritto riconosciuto dalla legge, costringendole a percorsi a ostacoli inaccettabili. È grave che, nonostante l’obbligo previsto dalla 194, non siano disponibili dati aggiornati sul numero di strutture abilitate, sulla distribuzione dei consultori familiari pubblici e sul volume di IVG effettuate in Abruzzo. Negare questi dati significa negare la possibilità alle cittadine e ai cittadini di conoscere lo stato di attuazione dei propri diritti. Nell’interpellanza, oltre alla richiesta di dati completi e aggiornati, si chiede anche un’informativa sulla possibilità di accesso all’IVG farmacologica e un chiarimento sull’applicazione della circolare regionale del febbraio 2021, firmata dall’assessora Verì e dal direttore D’Amario, che raccomanda la somministrazione della RU486 preferibilmente in ospedale, in contrasto con le linee guida nazionali che prevedono il ricorso anche in ambito consultoriale. I consultori familiari – ricordano – sono strutture fondamentali per la tutela della salute delle donne e per garantire un accesso gratuito, continuo e integrato all’IVG e alla salute sessuale e riproduttiva. Nel cinquantesimo anniversario della loro istituzione, chiediamo che la Regione investa sulla loro piena funzionalità e rimuova ogni ostacolo che limiti l’applicazione della legge 194. La politica ha il dovere di fotografare la reale situazione e garantire che ogni donna possa esercitare i propri diritti senza barriere o ritardi”.
Comunicato stampa