Interventi strutturali nelle case popolari Ater; abbattimento delle barriere architettoniche in quei palazzi dove risiedono disabili; saldare le oltre 500 imprese abruzzesi che ancora non prendono i ristori previsti dal Cura Abruzzo.
Sono queste le priorità che, secondo il Vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari, dovrebbero impegnare l’attività legislativa della Regione. Invece, come spiega lui stesso “La Regione a trazione Lega, Fratelli D’Italia e Forza Italia dimostra una visione miope sulle reali necessità degli abruzzesi e non ha ben chiare quali siano le priorità. Per questo nel corso della discussione sulla legge 225 del 2021 ho presentato 9 mila emendamenti, con lo scopo di ripristinare un giusto iter sugli interventi da attuare in Abruzzo. Le case Ater – incalza Pettinari – cadono a pezzi: ci sono cittadini onesti che, oltre a dover fare i conti con la questione sicurezza che attanaglia le nostre periferie, sono costretti a vivere in veri e propri tuguri. In alcuni casi più gravi, come ho ampiamente testimoniato nel corso della mia attività istituzionale, ci sono disabili imprigionati in casa poiché in assenza di ascensore o di adeguate strutture accessibili non possono uscire dalla loro abitazione Ater ormai da anni. E chi deve intervenire se non Regione Abruzzo che è proprietaria delle case Ater? Grazie a degli emendamenti che presentai nel corso dell’ultima legge di bilancio sono stati stanziati i fondi per l’installazione dell’ascensore nelle case Gescal, ma ci sono altre situazioni simili che non possono essere dimenticate. Come non possono essere certo dimenticate le imprese che sono ancora in attesa di ricevere i ristori da Regione Abruzzo. Cittadini messi in difficoltà dall’emergenza sanitaria che sono stati costretti a chiudere o a diminuire drasticamente la loro attività e che aspettano da mesi e mesi l’aiuto che la Regione ha promesso loro. Fin quando le proposte presentate non saranno accettate – conclude Pettinari – io non mi fermerò e chiederò di discutere tutti i miei emendamenti, anche se dovessimo restare in consiglio fino a notte fonda”.