“La Legge di bilancio si muove in un contesto di vincoli ancora stringenti e risorse contenute, insufficienti per dare una spinta alla crescita. Nonostante il perimetro ristretto, però, registriamo alcuni interventi che vanno nella direzione giusta: quella del sostegno ai redditi da lavoro e del recupero del potere d’acquisto, decisivo per rafforzare consumi e domanda interna”.
“Tra le misure più rilevanti c’è il taglio dell’Irpef che, sebbene di portata troppo contenuta per accendere i consumi, rappresenta comunque un segnale positivo e di fiducia per i consumatori. Importante anche l’ampliamento della detassazione degli aumenti retributivi ai contratti sottoscritti nel 2024: un intervento che Confesercenti aveva chiesto con forza in Assemblea e che ora viene recepito, rafforzando il principio di premiare la contrattazione che porta incrementi salariali”.
“Resta però un vuoto sul fronte del sostegno mirato alle attività di vicinato: micro e piccole imprese che tengono vivi i quartieri, garantiscono servizi di prossimità e presidiano il territorio, ma che continuano a scontare costi e concorrenze difficili da reggere senza interventi dedicati. In parallelo, servirebbe una strategia più netta per la rigenerazione urbana: riqualificare spazi e servizi, riportare funzioni e vivibilità nei centri e nelle periferie, contrastare il degrado e la desertificazione commerciale. Senza città più accessibili e attrattive, anche la ripresa dei consumi rischia di restare fragile”.
“Ora è essenziale dare continuità a questo percorso”, conclude Gronchi. “Anche perché i consumi, nonostante i segnali di recupero, restano più deboli delle attese e non stanno ancora esprimendo quello slancio necessario a sostenere davvero la crescita. L’auspicio è che nel 2026, grazie anche alla prudenza di quest’anno, arrivi un ulteriore passo, più sostanzioso, di riforma fiscale e che proseguano le misure a supporto del recupero del potere d’acquisto e di contrasto al lavoro povero. In questo quadro, resta prioritaria l’azione per arginare il fenomeno dei contratti in dumping: accordi al ribasso che comprimono salari e tutele e indeboliscono la qualità della contrattazione”.




































