Questa mattina il vescovo Giovanni Massaro insieme a Mario Ferrari, membro di equipe diocesana di Pastorale Sociale e lavoro, don Carmine Di Bernardo e Lidia di Pietro, rispettivamente direttore e vicedirettore Caritas di Avezzano, si è recato dinanzi ai cancelli dell’azienda LFoundry per manifestare la vicinanza e la solidarietà ai lavoratori che rischiano di essere licenziati e di tornare a casa.
Il vescovo e i delegati diocesani si sono intrattenuti dialogando con i lavoratori.
«Tornare a casa per i lavoratori di LFoundry significa non riuscire più a portare a casa il pane e soprattutto perdere la dignità – commenta il mons. Massaro – perché è il lavoro che dà dignità ad ogni uomo. A perdere il lavoro rischiano di essere uomini e donne che qui lavorano da tanti anni e farebbero di conseguenza grande fatica a trovare un nuovo impiego. Ma ci sono anche giovani che lavorano in azienda da poco tempo, e che coltivano sogni e progetti, ed ora con il licenziamento vedono svanire e frantumarsi tutti i propri sogni e i propri progetti. L’incertezza delle condizioni lavorative si riversa poi all’interno delle famiglie e rischia anche di deteriorare i rapporti. Nelle famiglie dove ci sono disoccupati “non è Domenica” e spesso le feste diventano giorni di tristezza perché manca il lavoro del Lunedì. Il lavoro fa bene alle persone, dà sicurezza economica alle famiglie ma favorisce anche lo sviluppo sociale e l’economia di un Paese. LFoundry è un pilastro economico per la Marsica e non può assolutamente essere perso. Chi per manovre economiche licenzia dipendenti, chiude o trasferisce fabbriche o aziende lavorative togliendo lavoro agli uomini compie un peccato gravissimo. È necessario pertanto compattarci come cittadini, come Istituzioni e, in maniera molto pacifica, così come sta avvenendo, invitare la dirigenza dell’azienda a revocare il piano e a garantire il lavoro e un futuro a tutti i dipendenti. La Costituzione Conciliare “Gaudium et spes” afferma che le angosce e le sofferenze degli uomini d’oggi sono anche le angosce e le sofferenze dei discepoli di Gesù. Come Chiesa non possiamo stare tranquilli e in pace se questi nostri fratelli non recuperano pace e serenità».