Il 7 novembre gli studenti delle classi quinte del Liceo Scientifico “Vitruvio” di Avezzano hanno incontrato Alberto Di Cataldo, figlio di Francesco Di Cataldo, il vicecomandante del carcere di San Vittore che, il 20 aprile 1978, venne ucciso dalle Brigate Rosse che rivendicarono immediatamente l’omicidio.
Alberto ha raccontato con serenità e profonda dignità chi era l’uomo Francesco, un padre con cui ridere, sorridere e scontrarsi, in primis, e un fedele servitore delle istituzioni che credeva nella possibilità della rieducazione dei detenuti, nel lavoro come forza nobilitante, “la principale attività per la rieducazione dei condannati”.
Perché, allora, entrò nel mirino dei terroristi?
“Mio padre – ci dice Alberto- era un uomo tenace e voleva riformare il carcere in un’ottica di una maggiore umanità, promuovendo il lavoro, soprattutto quello manuale, l’assemblaggio, per esempio. Era un uomo di dialogo e spesso fece da mediatore nei momenti di tensione tra detenuti e polizia penitenziaria. Eppure, le BR lo chiamavano torturatore di detenuti, cosa che fu smentita dagli stessi detenuti che furono fra i primi a mostrare cordoglio e fecero deporre, due corone di fiori al funerale”.
Ci si chiede se può esserci perdono per una ferita del genere, per aver visto un padre assassinato sotto casa, quasi davanti ai propri occhi.
“Il mio perdono siete voi – afferma con forza Di Cataldo-, poter parlare a voi di un grande uomo, dell’importanza della democrazia che deve essere sempre alimentata e mai data per scontata e vedere nei vostri occhi l’interesse, la partecipazione, l’empatia e la solidarietà che aiuta l’essere umano ad affrontare le sfide, anche le più crudeli, della vita”.
È stato un momento intenso, in cui il tempo sembrava essersi fermato, sospeso in un’atmosfera da una parte di incredulità per i gesti efferati che l’essere umano può commettere e, dall’altra, di ottimismo, lo stesso ottimismo di cui Francesco era portatore sano, derivante dalla fiducia nell’uomo. Nessuno sembrava voler andare via, nemmeno al suono dell’ultima campanella della giornata e gli applausi che scrosciavano di tanto in tanto erano, pieni di ammirazione per l’uomo Francesco e per l’uomo Alberto che non ha nascosto la sua emozione, commozione e gratitudine verso un padre andato via troppo presto.
L’evento, voluto dalla Dirigente Scolastica prof.ssa Nicolina Tania Ulisse come ampliamento dell’offerta formativa in ambito dell’educazione civica, è stato organizzato dal prof. Mariani Arnaldo e dalla prof.ssa Manuela Mei che hanno introdotto magistralmente i lavori.
Comunicato stampa







































