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L’inflazione costa alle famiglie italiane 2.400 euro

Istat: carrello della spesa cresce del 5,7%

L’inflazione in Italia arriva al 6%. I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona, il cosiddetto carrello della spesa, accelerano (da +5,0% a +5,7%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto rallentano (da +6,5% a +5,8%).

L’Istat stima che nel mese di aprile 2022 l’indice nazionale dei prezzi al consumo, al lordo dei tabacchi, registri una diminuzione dello 0,1% su base mensile e un aumento del 6,0% su base annua (dal +6,5% del mese precedente); la stima preliminare era +6,2%.

Il rallentamento dell’inflazione su base tendenziale si deve prevalentemente ai prezzi degli energetici (la cui crescita passa da +50,9% di marzo a +39,5%) ed è imputabile sia alla componente regolamentata (da +94,6% a +64,3%) sia a quella non regolamentata (da +36,4% a +29,8%).

La stima definitiva di aprile – scrive l’Agi – accentua il rallentamento dell’inflazione registrato dai dati preliminari, spiega l’Istat. Una dinamica imputabile per lo più all’inclusione del bonus energia (elettricità e gas) nel calcolo degli indici dei prezzi al consumo, resa possibile dalla disponibilità di stime sulla platea dei beneficiari (estesa dal primo aprile fino a comprendere circa 5 milioni di famiglie, 3 per il bonus elettricità e 2 per il bonus gas, con valenza retroattiva dal primo gennaio 2022).

Decelerano anche i prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,3% a +2,4%). Accelerano invece i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +1,0% a +5,1%), quelli dei Beni alimentari lavorati (da +3,9% a +5,0%), quelli dei Beni durevoli (da +1,6% a +2,2%) e dei Beni non durevoli (da +1,3% a +1,9%). Pertanto, l”inflazione di fondo’, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +1,9% a +2,4% e quella al netto dei soli beni energetici da +2,5% a +2,9%.

Su base annua rallentano i prezzi dei beni (da +9,8% a +8,7%), mentre accelerano quelli dei servizi (da +1,8% a +2,1%); si riduce quindi il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -8,0 punti percentuali di marzo a -6,6).

L’inflazione, dice il Codacons, si conferma su livelli elevatissimi con prezzi al dettaglio che registrano la cresciuta più sostenuta dal 1990. “Una inflazione al 6% – afferma il presidente del Codacons Carlo Rienzi – si traduce in una stangata pari a +2.394 euro annui per un nucleo con due figli, e +1.843 euro per la famiglia ‘tipo’, e il rallentamento registrato ad aprile è solo una illusione ottica: il ribasso rispetto al dato di marzo eè dovuto infatti unicamente alla riduzione delle bollette di luce e gas disposta da Arera, ma tutti gli altri beni e servizi, dagli alimentari ai trasporti, continuano a registrare fortissimi incrementi su base annua”.

“Un’inflazione così elevata è insostenibile per le famiglie italiane, e avrà inevitabili ripercussioni sul potere d’acquisto e sui consumi dei cittadini – prosegue Rienzi – Per tale motivo il Governo deve fare di più per calmierare i listini al dettaglio e tutelare le famiglie da speculazioni e aumenti ingiustificati dei prezzi”.

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