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Liste d’attesa: ecco il piano per abbatterle

Delle liste d’attesa si dovrebbe occupare il prossimo Consiglio dei Ministri che si dovrebbe tenere martedì 4 giugno alle 11

Un provvedimento in arrivo “a giorni” per abbattere le liste d’attesa nella sanità, con visite e prestazioni anche il sabato e la domenica. Ma anche un meccanismo nazionale di monitoraggio “che non esiste” per “avere la possibilità di intervenire in maniera puntuale”.

 

L’annuncio – riportato dall’Ansa – della premier Giorgia Meloni arriva dal palco della chiusura della campagna elettorale per le Europee di Fdi.

 

Meloni parla anche di abolizione del tetto di spesa per l’assunzione dei medici, di coinvolgere più gli specializzandi e anche di “sanzionare i dirigenti sanitari che non dovessero rispettare gli obiettivi di riduzione delle liste d’attesa, premiandoli se invece lo fanno”. Un provvedimento che si aspettava.

 

Di “monitoraggio costante” sull’operato dei dirigenti sanitari, si è parlato in questi giorni anche in Abruzzo “con appositi strumenti di controllo” per garantire “il miglioramento dei servizi, a cominciare dalle liste di attesa”. Obiettivo dell’amministrazione guidata da Marco Marsilio, di FdI, “quello di una sanità più funzionale, vicina ai cittadini che non produca un debito che porterebbe a situazioni critiche”.

 

Un piano di efficientamento avviato soprattutto per evitare sprechi dopo il buco di oltre 122 milioni di euro prodotto dalle quattro Asl per il solo 2023 e dopo che lo scorso 23 maggio il Consiglio regionale ha approvato la norma per il ripianamento del deficit sanitario che ha portato ad una stretta nei confronti dei direttori generali il cui operato da ora sarà controllato dal Consiglio regionale.

 

Delle liste d’attesa si dovrebbe occupare il prossimo Consiglio dei Ministri che si dovrebbe tenere martedì 4 giugno alle 11. Si parlava di decreto ma nelle ultime ore sembrerebbe si vada verso un disegno di legge.

 

“Il rischio – dice il presidente nazionale degli infermieri del Nursing Up, Antonio De Palma – è che si apre così la strada ad un percorso lungo e tortuoso per la sua approvazione”. E De Palma aggiunge: “Come previsto il veto del Mef stringe i cordoni della borsa”.

Alla base infatti il nodo delle coperture sul quale interviene il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato.

 

“È la normale interlocuzione, laddove ci sono degli impatti economici, vanno valutati. Sono normali interlocuzioni tecniche, non politiche”.

 

“Non diamo i numeri. C’è un tema, quello dell’abbattimento delle liste d’attesa, e ci sono delle soluzioni. Gli strumenti possono essere quello della decretazione, che ha cogenza immediata, o un disegno di legge veloce, approvato dal Consiglio dei ministri e poi con la partecipazione del Parlamento, con la compensazione di eventuali criticità”.

Secondo la testata online Quotidiano Sanità, “per un segnale forte sarebbero necessari almeno 1,5-2 miliardi di euro, ma a disposizione vi sarebbero al più 300 milioni di euro”.

 

Dalle opposizioni interviene Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati che su X scrive: “La sanità trattata come pensioni, accise, immigrazione: tutte promesse non mantenute. Anche oggi le liste d’attesa Meloni le abbatte domani”.

 

Plaude il collega di partito della premier, il senatore di Fratelli d’Italia Fausto Orsomarso: “Si tratta dell’ennesimo provvedimento concreto per gli italiani”.

 

Nella bozza del provvedimento circolata nei giorni passati, sotto forma di decreto legge, all’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) il compito di effettuare un monitoraggio nazionale sul rispetto dei tempi massimi di attesa con l’istituzione di una piattaforma nazionale per realizzare l’interoperabilità con le piattaforme di ciascuna regione.

 

Tra le altre misure inserite nella bozza, un solo Cup al quale afferiscono strutture pubbliche e private accreditate e sarà “unico a livello regionale o infra- regionale”, con un servizio di ‘Recall’; l’estensione della fascia oraria per effettuare visite ed esami; per le prestazioni di specialistica ambulatoriale, le aziende sanitarie locali erogano i servizi anche tramite l’offerta delle aziende ospedaliere, nonché degli erogatori privati accreditati e le strutture dovranno erogare almeno il 90% delle prestazioni entro i tempi massimi previsti; per esami e visite vengono specificate le classi di priorità, cui corrispondono diverse tempistiche e viene definita una Carta dei diritti dei cittadini in materia di prestazioni sanitarie, con un registro per segnalarne il mancato rispetto. Ma sotto la lente di ingrandimento dei medici anche le nuove forme di di lavoro autonomo.

 

Secondo il segretario nazionale del sindacato dei medici ospedalieri Anaao- Assomed, Pierino Di Silverio, “non sono una soluzione per contrastare il fenomeno dei medici gettonisti, non si può liberalizzare il lavoro per evitare che invece ci sia un lavoro liberalizzato che è la stessa cosa del lavoro dei gettonisti. Queste figure in quel modo rientrerebbero dalla finestra”.

 

Di contro Anaao insiste sulla richiesta di “defiscalizzare l’indennità di specificità medica cioè una parte del lavoro ordinario”.

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