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Liste farlocche nei piccoli Comuni: la denuncia dell’Uncem

Per il presidente dell'organismo nazionale: "Troppe e dannose. Da tempo denunciamo questa stortura della democrazia".

Avevamo denunciato alla Politica già molti mesi fa che l’arrivo nei piccoli Comuni di ‘liste farlocche’, con candidati totalmente esterni ai paesi, è una stortura della democrazia. Una presa in giro per le comunità. Lo ha scritto anche in queste ore il primo cittadino Salvatore Geremia, campano. Ha ragione. Insieme con molti altri colleghi di tutt’Italia che chiedono impegno maggiore del Viminale su questo tema. Ovvero, mettere un argine alle liste che arrivano nei Comuni ma totalmente ‘esterne’ ad essi, con candidati che mai sono stati in quei Comuni”, si legge in una nota stampa firmata da Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

Arrivano per caso, spesso con liste di partiti, o che si rifanno a partiti, ma anche ‘civiche’, costruite in batteria per diversi centri al voto di un medesimo territorio. Un danno per tutti. Anche per i candidati del paese, che lo vivono e lo costruiscono da sempre. Come avviare al problema? Uncem lo dice da tempo. Introducendo un numero minimo, dieci o quindici, di firme anche nei paesi più piccoli. Così si isola chi arriva solo per strani tornaconti, come permessi per impegno amministrativo o qualche particolare mira di conquista. È una questione di democrazia, mai finora affrontata, da affrontare al Viminale. Anche i Prefetti siano con Uncem nel chiedere una azione politica per salvaguardare i Comuni”, questa la conclusione.

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