L’Italia si appresta a cambiare colori. Oggi è previsto il monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità, chiamato a stabilire le fasce di rischio per le regioni a partire da lunedì 8 marzo. L’impennata della curva dei contagi, spinta dalla circolazione delle varianti del virus, suggerisce una nuova stretta. Il bollettino di ieri ha confermato il trend al rialzo: 22.865 contagi e 339 morti, con un indice di positività al 6,7%. In aumento i ricoveri in terapia intensiva: sono 2.475, più 64 rispetto a mercoledì. I pazienti ricoverati in ospedale in area non critica sono 20.157, in aumento di 394 unità nelle ultime 24 ore.
Rischiano la zona rossa Emilia Romagna e Campania. In Emilia Romagna, il governatore Stefano Bonaccini ha già invocato una stretta ulteriore dopo l’adozione di provvedimenti su base locale: “Le limitazioni della zona arancione classica non bastano più”, ha spiegato all’Adnkronos.
Delicata la situazione anche in Campania: “Si è registrato nelle ultime settimane un fortissimo incremento di positivi”, si legge in una nota della Regione, “Questo incremento è connesso alle varianti, soprattutto quella inglese”. L’ente, guidato dal presidente Vincenzo De Luca, ha parlato di “una crescita del contagio che rende ormai inevitabile la zona rossa”.
Non se la passa meglio la Lombardia, destinata alla zona arancione rafforzata. “La Commissione indicatori Covid-19 Regione Lombardia, a seguito dell’analisi dei dati effettuata, ha condiviso la necessità di superare la differenziazione tra aree assumendo interventi di mitigazione rinforzati per tutto il territorio regionale con l’obiettivo, oltre che di contenere l’incremento di contagi, di preservare le aree non ancora interessate da una elevata incidenza”, ha spiegato il governatore Attilio Fontana.
In Abruzzo dovrebbe essere confermata la zona arancione per le province di L’Aquila e Teramo. “Il nostro indice Rt – ha anticipato il governatore Marco Marsilio – sta ancora scendendo. Non escludo che domani (oggi, ndr) potremmo avere la notizia che sia leggermente al di sotto dell’1”. Verso la conferma le zone rosse del Pescarese e del Chietino.
Ieri altri 27 decessi registrati in Abruzzo. Si tratta dell’incremento più consistente registrato in un solo giorno, dopo il record di 35 morti del 21 novembre scorso. Del totale, 20 fanno riferimento solo al Pescarese.
Il Lazio, attualmente in zona gialla, è tra le regioni sorvegliate speciali: “Il valore Rt è a 0.98, calano i decessi, aumentano i nuovi focolai, stabili i tassi di occupazione dei posti letto”, ha detto l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato.
In Veneto, ha spiegato il governatore Luca Zaia, “abbiamo un Rt pari a 1,12. Il tasso di occupazione delle terapie intensive è il 12% e del 14% per quanto riguarda l’area non critica. I tassi di ospedalizzazione sono ancora affrontabili ma siamo preoccupati dall’andamento e da quello che sta succedendo nelle altre regioni”.