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‘Lo sport per unire’: a Trasacco giornata di sensibilizzazione sulle ali del ricordo di due personalità oltre le nuvole

Ogni salto modellato ad arte che si rispetti, ogni giravolta compiuta, ogni corsa rincorsa lungo il brecciato di una strada di campagna o di città si compie prima con il pensiero felice e poi con i propri arti, proprio perché l’uomo, fortunatamente, è composto dal 65 % di spirito guida e da una restante percentuale fatta di movimenti meccanici, un po’ come la presenza di acqua nel corpo umano. Ed ecco che una domenica di settembre, il 3 per l’esattezza, lo stadio comunale del paese di Trasacco è diventato, sotto il tetto di questa idea, una fucina di talenti sportivi speciali, che di normale hanno tutto, soprattutto il senso della felicità.

21369233_1392184377569355_7779821486273777505_nQuesto il tono, questo il concetto alla base della 15esima edizione della manifestazione ad ampio respiro solidale dal titolo di ‘Lo Sport per Unire’, giornata interamente dedicata al rapporto simbiotico fra sport e sociale, o per meglio dire fra agonismo e specialità dei ragazzi con disabilità della Marsica. «Che dire? – afferma la presidente dell’Anffas di Avezzano, Domenica Di Salvatore, a capo dell’organizzazione dell’evento – Si è tratta di una giornata indimenticabile, piena di emozioni. Un giorno molto sentito da tutti, anche perché interamente dedicato a due personalità brillanti del mondo attivo del sociale, quali il dottor Gino Fosca, ex sindaco Di Trasacco, ed il nostro presidente Giovanni Di Pangrazio, salito in cielo a febbraio 2017. Abbiamo potuto contare, infatti, anche sulla partecipazione vispa dei familiari del recentemente scomparso Fosca, che ha lasciato, purtroppo, questa terra, molto prima del previsto, l’11 dicembre dello scorso anno. Un lutto che ancora percuote di duri colpi e scossoni l’aria marsicana, per quanto fosse stimato e conosciuto. Entrambe queste personalità sono scomparse davvero di recente: è stato degno di nota, quindi, – afferma la Di Salvatore – il poterli ricordare con una vetrina sociale e sportiva, come è stata quella di ieri, giorno in cui lo sport per tutti è stato il vero protagonista», dice.

50 ragazzi speciali, con varie tipologie di disabilità e provenienti tutti da vari gli angoli della terra marsicana dell’Abruzzo hanno preso parte al grande evento dell’Anffas a Trasacco, lasciando raccontare alle loro parole, ai loro sorrisi ed alla loro pelle accaldata dalle emozioni di corse in combinata, la promessa dell’integrazione, questo concetto chiave indispensabile affinché una società, come quella di oggi, possa essere definita senza finestre murate e senza porte chiuse, un po’ come il romano Colosseo, arioso di sorrisi turistici. Il tutto sempre in collaborazione con la ‘Plus Ultra’, «società – afferma la Di Salvatore – che io ringrazio sentitamente a nome dell’Anffas di Avezzano per la sua immensa disponibilità ad aiutarci: senza di essa davvero non saremmo andati da nessuna parte, anche nelle edizioni precedenti. Mi sento di ringraziare la Micron Foundation per il suo apporto dato a tutta la manifestazione, ma anche il Cral Cam e il Centro Anziani di Trasacco per la preparazione e l’allestimento del pranzo», afferma la presidente.

Alla metà della giornata di ieri, un pasto a base di penne al sugo, pollo e patate al forno, ha rimarcato la viva colleganza che ha unito in un abbraccio unico tutti gli attori scesi in campo per far sventolare alto lo stendardo dell’amicizia sotto ogni punto di vista. Le discipline che sono state praticate ieri fra atleti e ragazzi con disabilità, fianco a fianco, sono state la corsa, la staffetta, la corsa in carrozzina e una mega maratona di atletica fra genitori, giovani, sportivi e amanti della vita in generale. Il finale, poi, è stato vissuto sotto la stella luminosa del premio che vale per tutti: i gadget per il trionfo della vittoria dello sport a fine giornata (non ci sono stati, infatti, né vinti o vincitori, ma tutti i ragazzi partecipanti hanno ricevuto un premio allo stesso modo) sono stati offerti dal Comune di Pescina. L’intercomunalità e l’intercomunicazione, quindi, assieme all’interazione e all’integrazione, hanno fatto scacco, ieri, nella maniera più rosea possibile: al cuore, infatti, non si comanda, almeno così si dice. Eppure, non si comanda nemmeno alla fretta di voler raggiungere ad ogni costo gli “altri”, termine, questo, fin troppo abusato in una società, come quella di oggi, fatta da sole scale da salire. Il concetto degli “altri” non ha più senso quando il significato della vita viene dato da un’umanità di tipo orizzontale: ossia da un metaforico campo sportivo in cui ognuno può tutto con l’aiuto di tutti.

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