Dal 2020 al 2023 si sono verificate circa 21.000 interazioni digitali pertinenti a discorsi di disinformazione relativi alla condizione post-virale conosciuta come Long COVID.
Tra le conversazioni analizzate, le teorie della disinformazione si sono focalizzate principalmente su due narrative false: la negazione dell’esistenza del Long COVID e l’erronea associazione di questa condizione con la somministrazione dei vaccini anti-Covid-19. È quanto emerge dall’Osservatorio “Vera Salute”, realizzato dalla Croce Rossa Italiana e dall’agenzia “The Fool”, che nel mese di marzo di quest’anno ha affrontato il tema delle fake news presenti sul web relative proprio al Long COVID. Vediamo nel dettaglio quali sono le notizie false circolate con maggiore frequenza.
Anzitutto non è vero che il vaccino sia la causa del Long COVID. Viceversa, esistono molti studi che evidenziano come la vaccinazione contro il COVID abbia avuto un effetto sulla riduzione del rischio di Long COVID nei pazienti vaccinati prima o dopo l’infezione. Falso che il Long COVID sia una questione psicologica. Questa condizione di persistenza di sintomi, che può riguardare soggetti di qualunque età e con varia severità della fase acuta di malattia, è stata riconosciuta come entità clinica specifica. Errata anche la convinzione che i bambini e i giovani non possano esserne colpiti.
Molti studi scientifici hanno preso in analisi campioni di pazienti soggetti da Long COVID tra cui erano presenti bambini e soggetti di giovane età. Il Long COVID è un problema concreto anche per loro ed è necessario non sottovalutare sintomi persistenti che possono essere causa di enorme disagio per i più piccoli con la compromissione della loro vita quotidiana. Sbagliato, inoltre, pensare che solo chi ha avuto sintomi gravi possa incontrare questa specifica problematica; infatti, anche persone che hanno avuto forme lievi di Covid-19 possono soffrire di Long COVID. Il digiuno intuitivo non aiuta a guarire dai sintomi persistenti da Covid-19. Falso anche che i sintomi possano essere costanti nel tempo.
Il Long COVID, infatti, si può manifestare con ampia variabilità di sintomi che possono essere generici come tosse, astenia ed affanno, fino a manifestazioni più specifiche come dolore toracico o palpitazione, disturbi del sonno o neuropatie periferiche. I sintomi possono essere di varia natura e presentarsi in forma singola o in combinazione. Si va dal mal di testa, a forme di distrazione, fino a problemi gastrointestinali, dolori muscolo-scheletrici, fino all’ansia e alla depressione.