Sono passati tre mesi dalla morte dell’orso, di circa 10 anni, trovato da alcuni escursionisti in località Imposto della Foresta Demaniale Regionale “Chiarano-Sparvera”.
Non sono state date notizie prima di oggi, perché gli esperti dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo, dove la carcassa dell’orso era stata portata per eseguire gli accertamenti e gli esami necroscopici, hanno avuto bisogno di tempo per completare tutti gli accertamenti di laboratorio ritenuti necessari a constatare le cause di morte.
Tale aspetto è particolarmente importante da evidenziare perché non è stato tralasciato alcun particolare per andare a fondo alle cause che hanno determinato la morte dell’orso adulto e, solo al termine del percorso che ha richiesto diversi esami di laboratorio è stato possibile arrivare ad una conclusione, di cui ora, come sempre, diamo conto.
La RX total body, svolta preliminarmente presso la facoltà di medicina veterinaria dell’Università di Teramo, ha consentito di escludere la morte per arma da fuoco, così come gli specifici esami tossicologici condotti dall’IZS hanno consentito di escludere la morte per avvelenamento.
Il referto conclusivo dell’Istituto Zooprofilattico conferma che l’orso presentava numerose lesioni da trauma, riscontrate principalmente sulle regioni della testa e del collo, compatibili con aggressione da conspecifici.
La presenza di almeno un altro esemplare, maschio, è stata confermata anche dal rinvenimento, nell’area circostante quella in cui era stato trovato l’orso, di numerosi ciuffi di pelo, che l’esame del DNA, eseguito da ISPRA, ha attribuito a due esemplari diversi, entrambi maschi.
Si è evidenziata inoltre una peritonite associata a setticemia che ha contribuito alla causa del decesso.
La morte dell’orso, in piena stagione degli amori, va quindi attribuita ad una competizione intraspecifica, analoga ad altri episodi registrati in passato nel Parco, che ha visto soccombere uno dei due orsi adulti, debilitato dall’infezione.