“Per vincere la sfida del biotech e della ricerca in campo internazionale l’Italia ha urgentemente bisogno di dotarsi di nuovi strumenti per difendere non solo le start up innovative, ma tutta la filiera della conoscenza”.
Lo ha detto Antonio Graziano, responsabile Sanità del Forum italiano dell’export e ceo di Rigenera – Hbw, intervenendo al “Vitality – Focus on recruited researchers” che si è tenuto all’Università dell’Aquila questo pomeriggio.
“Troppo spesso – ha aggiunto Graziano – chi fa studio e innovazione, nel nostro Paese, si trova isolato nella «guerra» del copyright che ogni giorno si combatte con sempre più agguerriti competitors internazionali. L’Italia ha bisogno di dotarsi di procedure più agili e moderne per la tutela della proprietà intellettuale, non possiamo restare fermi a modelli ormai superati. Allo stesso tempo, però, serve un’efficace azione di rivalutazione del peso delle certificazioni sull’ecosistema dell’innovazione. Nella nostra nazione, infatti, i ricercatori e le imprese si trovano davanti a una vera e propria beffa. Se da un lato, infatti, le aziende sono lasciate sole a combattere contro la pirateria, la contraffazione e la concorrenza sleale, dall’altro sono ben conosciute alla burocrazia e alla ghigliottina delle certificazioni e delle norme di immissione dei prodotti sul mercato. Regole troppo stringenti e spesso difficili da affrontare che rallentano i processi, incrementando vertiginosamente i costi di sviluppo a tutto vantaggio dei competitors sleali che violando sistematicamente i controlli riescono, invece, a inondare il mercato di prodotti potenzialmente pericolosi”.
“Ci si trova di fronte, quindi, a un sistema che non tutela il mercato interno e i «cervelli» nostrani. Le aziende dei paesi extra Ue, infatti, non sono sottoposte agli stessi esami di conformità delle ditte italiane, una situazione che produce un evidente squilibrio e, oltre al danno economico che si ripercuote su tutto il sistema produttivo e della ricerca del nostro Paese”, ha concluso Graziano.