Raccontare gli ultimi istanti di vita di una bimba così piccola – un’anima così fragile di appena 5 anni – che stava solo giocando in compagnia, probabilmente, del suo cane, significa sconfinare con la potenza delle parole nel lutto nero più totale.
Impossibile non fare una violenza contro se stessi per trovare le giuste parole. Ché poi giuste parole davvero non esistono per una tragedia così immane e inenarrabile. Innanzitutto c’è una vittima piccolissima e poi ci sono due giovani genitori, di nemmeno 30 anni a testa, unici testimoni del lutto. La loro unica figlia è stata, ieri, poco prima delle 16, a Rocca di Botte, travolta da una pesante porta di ferro, di quelle che si usavano nei campi da calcio vecchio stile, di una volta.
Ieri, la piccola, assieme alla sua famiglia e al cane di piccola taglia, si trovava a Rocca di Botte per una semplice gita di piacere. La famiglia, di fatti, è originaria di Roma e vive a Roma, ma la lega al territorio abruzzese una parentela materna. La bambina, secondo la prima ricostruzione effettuata da Forze dell’Ordine intervenute e medico legale – che ha dato seguito alla ricognizione cadaverica – è morta sul colpo: per lei non c’è stato nulla da fare, da parte dei sanitari intervenuti. La piccola, al momento di quello che parrebbe essere un terribile incidente, era intenta a giocare con il suo cagnolino, in un campo sportivo in disuso della zona, non più utilizzato a tal fine. L’area, che è stata sequestrata a seguito dell’apertura di un’inchiesta da parte della Procura, è di proprietà del Comune. In loco, due pesantissime porte di ferro, usate per il gioco del calcio.
Una di esse – anche questa ora posta sotto sequestro – ha travolto, cadendo a terra, il corpicino della piccola. Al momento dell’arrivo dei Carabinieri della Compagnia di Tagliacozzo, guidati dal Capitano Chiara, il cancello per l’ingresso all’area in questione – che si trova in località Camerata – era aperto. Dalla Procura della Repubblica è stato aperto un fascicolo: l’ipotesi di reato è quella di omicidio colposo, per ora contro ignoti, ma bisognerà in qualche modo anche capire se l’area dovesse essere lasciata incustodita o meno. In prima battuta, è intervenuta l’ambulanza della Croce Rossa Italiana, con i sanitari: non appena il personale di soccorso, però, si è reso conto, ieri, della tragicità di quanto accaduto, ha immediatamente allertato l’elisoccorso dall’Aquila, che è atterrato proprio nel campo sportivo in disuso. Tutti i sanitari hanno provato a rianimarla in ogni modo.
Le domande senza risposta, che circondano il perimetro buio di questa storia, sono ancora tante: nell’area del campo sportivo poteva accedere il pubblico? Oppure il cancello doveva essere chiuso? E ancora: dovevano esserci dei cartelli a segnalare il pericolo o che nell’area fosse magari vietato l’accesso? La zona non è video-sorvegliata e gli unici occhi testimoni sono quelli dei genitori, ai quali va in qualche modo tutta la nostra vicinanza per il gravissimo lutto che stanno soffrendo e patendo.
La porta è troppo pesante: la piccola, da sola, non avrebbe mai potuto smuoverla, così come il cane della famiglia, di piccola taglia. E poi ieri non c’era vento. Le porte in ferro, ad esempio, avrebbero dovuto essere saldate al terreno? Oppure non avrebbero proprio dovuto trovarsi lì?
Un tragico incidente che dovrà essere chiarito, in tutta la sua cruda brutalità dagli inquirenti. La salma della bimba, ieri stesso, è stata riconsegnata alla famiglia per le esequie: ha perso la vita per i gravi traumi subiti.
Sul posto, per il Comune, il vicesindaco.