“La criminalità in Abruzzo ha fatto un salto di ‘qualità’, non più solo singoli episodi, rete di spaccio e microfurti. Oggi in Abruzzo la presenza delle mafie è conclamata. Ce lo dice la cronaca, ce lo dicono le numerose inchieste, che hanno portato a importanti arresti nelle ultime settimane, e ce lo dicono i fatti che possiamo vedere con i nostri occhi ogni giorno. Quello che salta subito all’occhio è la chiusura di attività storiche dei nostri concittadini, mentre al loro posto sorgono catene di attività commerciali di sconosciuti che vediamo sempre vuote, nonostante i lussuosi arredi e il numeroso personale. L’Abruzzo sta cambiando, in peggio, ed è dovere delle istituzioni porre un freno a questa escalation prima che sia troppo tardi”.
È una disamina del vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari che spiega: “Le istituzioni e tutti gli organi preposti hanno il dovere di tutelare i nostri commercianti e l’economia sana della nostra regione. Non possiamo lasciare sole attività imprenditoriali attanagliate dalla concorrenza sleale di chi infiltra proventi illeciti nell’economia legale. Il cittadino onesto non può competere con le grandi disponibilità finanziarie di chi delinque, e le istituzioni non possono permettere che il tessuto economico abruzzese sia fagocitato dalla criminalità organizzata”.
“In particolar modo le città più popolose come Pescara sono maggiormente a rischio. Basta pensare alle ultime inchieste della Direzione distrettuale antimafia, che hanno scoperto in città depositi di smaltimento della ndrangheta gestiti da personaggi locali. Questo ci fa capire che il capoluogo adriatico rappresenta un crocevia importantissimo e strategico per rifornire le piazze di spaccio della città, ma anche per lo smistamento verso altre zone dell’Abruzzo o fuori regione. Serve una risposta ferma, chiara e decisa ai fatti che si stanno verificando. Una risposta che dia ai cittadini abruzzesi la consapevolezza che, per quanto i tentacoli della criminalità organizzata si allarghino, c’è un compatto e imponente fronte di legalità che li contrasta”.
“Per questo, in ogni grado istituzionale, è fondamentale fornire tutti gli strumenti necessari a chi combatte in prima linea, sia chi lo fa sulle strade come le forze dell’ordine, l’esercito e la polizia locale; sia a chi lo fa dai tribunali, dalle procure e dagli organi preposti al controllo. Dobbiamo tutto a chi combatte le mafie – incalza Pettinari – per questo non mi stancherò mai di ringraziare le forze dell’ordine e la Magistratura, ma anche la politica deve fare la sua parte. Come? Prima di tutto parlando costantemente di questi temi, dobbiamo dimostrare ai cittadini che lo Stato c’è. In questo modo si sentiranno sicuri a denunciare atti illeciti ed eventuali estorsioni subite”.
“Solo palesando la grande presenza delle istituzioni possiamo fare la nostra parte per arginare il problema. La criminalità organizzata, la mafia, la ‘ndrangheta, la camorra e quant’altro, proliferano lì dove la presenza dello Stato è più assente. Inoltre dobbiamo dare il buon esempio, come esponenti pubblici abbiamo l’obbligo morale di schierarci sempre dalla parte della legalità e denunciare ogni forma di illecito nella cosa pubblica a partire dalla corruzione. Infine legiferare, in ogni grado istituzionale, nell’ottica di agevolare e intensificare le indagini che portano agli arresti. Senza anticorruzione e antimafia siamo finiti. Sono le fondamenta su cui si deve poggiare ogni azione istituzionale e bisogna capire che il primo passo, in ogni ambito, ambientale, sociale, economico, deve essere fatto nella legalità”.
“Altrimenti è inutile parlare di ambiente, per esempio, se la gestione dei rifiuti è in mano alla criminalità organizzata, è inutile parlare di lavoro, se le assunzioni, i concorsi sono in mano alla criminalità organizzata. Bisogna far fiorire il sistema Italia con il seme dell’anticorruzione e dell’antimafia. In assenza di questi due importanti pilastri non riusciremo mai a ricostruire davvero il nostro Paese” conclude.