Dalle ore 15 e 30 di oggi pomeriggio il sindaco di Ovindoli, Simone Angelosante è stato in diretta su Rai 1, dalla sua amata cittadina innevata marsicana, per parlare della contrita situazione vissuta in questi giorni di fuoco e di inferno di ghiaccio dalla Regione Abruzzo.
Un cuore abruzzese che, visto dall’esterno dei confini regionali, sta piangendo giorno dopo giorno, in queste ore, in questi minuti, in questi attimi terrorizzanti, fatti di incertezze e di domande sulla vita e sulla morte. «Il nostro pensiero e il nostro cuore sono rivolti, ovviamente, ai nostri fratelli di Rigopano – dice il sindaco, intervistato – questa è una tragedia importante. Ma noi ci teniamo a dire che gli abruzzesi sono, lo potete vedere, persone testarde, che ci tengono a fare il loro lavoro giornalmente e a risorgere», afferma.
«I comprensori sciistici del nostro territorio – continua il sindaco – pur con questo lutto nel cuore e nell’anima, sono aperti e funzionanti: qui, ad Ovindoli, così come a Campo Felice, a Roccaraso e a Pescasseroli, si sia in piena sicurezza. Il messaggio che l’Abruzzo vuole lanciare di fronte alle vostre telecamere è che non si abbandoni proprio adesso la nostra Regione a livello di turismo invernale: non bisogna avere paura della montagna. Io penso che il modo migliore di star vicino all’Abruzzo, è venire in Abruzzo e viverlo. – afferma ancora – Vanno bene gli sms e i messaggi di cordoglio, ma, sicuramente, essere presenti qui in Abruzzo, non nelle zone di emergenza ovviamente, ma nelle zone che si sono ristabilite, dove la situazione è normale e regolare, significherebbe tanto per una delle regioni più belle d’Italia. Noi siamo attrezzati per vivere e lavorare con la neve. L’appello agli italiani è: venite in Abruzzo, noi abbiamo tanto come Regione da offrire: mare, colline, olio, vino, montagne protette e un’accoglienza unica al mondo». Il cuore dell’Abruzzo, quindi, non si ferma.
«Gli abruzzesi sono in piedi. – conclude il primo cittadino – Siamo rinati dopo il territorio dell’Aquila e rinasceremo anche adesso», questa la degna conclusione.