Strutture socio-sanitarie che funzioneranno da punti di riferimento di prossimità per le cure primarie, le Case di Comunità previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sono una ogni 18.000 persone con malattia cronica.
Ma con ampie disparità territoriali: si va da una Casa ogni 12.000 malati cronici in Calabria ad una ogni oltre 23.000 malati cronici in Emilia Romagna, Liguria e Valle d’Aosta.
A mettere in luce una proporzione tra numeri che “premia indiscutibilmente le regioni del Sud” è la prima mappatura dettagliata, presentata oggi da Cittadinanzattiva.
In tema di assistenza territoriale, scrive l’Ansa, la Missione 6 dedicata alla Salute del Pnrr, punta moltissimo sull’assistenza territoriale, prevedendo la dislocazione di 1.350 Case della Comunità (le vecchie Case della salute non raggiungevano le 500 unità), e vede in proporzione ai pazienti, un maggior numero di queste in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, oltre ad Abruzzo e Sardegna. Analogamente, il Pnrr prevede 400 Ospedali di comunità, in pratica una struttura ogni 64.115 persone con patologia cronica.
Anche in questo caso le differenze tra le Regioni sono rilevanti: la situazione migliore si registrerebbe in Basilicata (rapporto 1 a 47mila), la situazione peggiore (rapporto 1 a oltre 74mila malati cronici) in Friuli-Venezia Giulia, Umbria, P.A. Bolzano e P.A. Trento. “Risultanze che, se confermate, potrebbero consentire al Sud di ridurre almeno parzialmente il divario col resto del Paese”, spiega Cittdinanzattiva.
Quanto agli italiani, dal rapporto emergono essere “poco informati, ma aperti alla novità purché non si intacchi la consolidata relazione medico-paziente a cui i cittadini tengono in modo particolare” ma a preoccupare Cittadinanzattiva è “il coinvolgimento delle associazioni, civiche e di pazienti, è del tutto insoddisfacente”.