Un’assemblea sinodale del vescovo con i sindaci marsicani si è tenuta il 2 aprile scorso, ad Avezzano, presso il Teatro “Don Orione” di Avezzano.
Un invito speciale quello del vescovo Giovanni Massaro ai sindaci della Marsica, con l’obiettivo di creare una sinodalità che diventi lo stile permanente di una Chiesa che intende sviluppare una riflessione su come il cristiano può abitare il mondo, aperta alle sfide cui la contemporaneità ci convoca. L’incontro, partecipato con impegno ed interesse dai sindaci, è stato promosso dai responsabili degli uffici di pastorale sociale e del lavoro, Caritas e pastorale giovanile, e può rappresentare un punto di partenza per un’azione integrale e corale, una rete attiva per il bene comune. Il tema al centro del confronto è stato infatti “come la Chiesa cammina nel territorio locale, come essa è percepita nei diversi ambiti lavorativi e nell’impegno per la cura del bene comune”.
«Oggi noi, Chiesa locale, vogliamo metterci in vostro ascolto – ha detto il vescovo Massaro aprendo i lavori del convegno – ascoltare la voce di voi che siete al servizio della collettività. In che modo la Chiesa può camminare con voi, con le istituzioni, per il bene di tutti i cittadini e in che modo la Chiesa può favorire quel cammino insieme, anche tra voi sindaci. Vogliamo superare un vecchio modo di fare politica, quello legato ad alcune logiche che appartengono certamente al passato, quando ciascuno è ripiegato esclusivamente sui propri interessi senza fare rete. E’ un modo di fare che non porta da nessuna parte e oggi, più che mai, risulta svantaggioso per le fasce più deboli della nostra comunità. Per essere proficui nel nostro impegno è necessario lavorare insieme. E’ necessario lavorare insieme tra voi sindaci della Marsica. E’ necessario lavorare insieme tra voi e noi, tra comunità ecclesiale e comunità civile, nel rispetto di quelle che sono le finalità di ciascuno».
A conclusione del discorso di apertura e presentazione la voce è passata ai sindaci che, divisi in tavoli di lavoro e studio, hanno dato i loro contributi, che attraverso diverse sintesi, alla fine sono stati condivisi in plenaria. Partendo dall’analisi iniziale dove le problematiche del territorio marsicano sono venute fuori, come lo «spopolamento, che ha portato ad un impoverimento spirituale, di partecipazione e di energie soprattutto giovanili». Dai «sacerdoti e dai sindaci che spesso, al vertice, si sentono lasciati soli dalla comunità», alle «ferite e alle problematiche che hanno segnato diverse parrocchie». Occorre «ripartire insieme in maniera costruttiva, da soli non si va da nessuna parte».
Il territorio marsicano è un territorio legato alla Chiesa locale e alla tradizione, tanto che «spesso i comitati di quartiere in città corrispondono ai confini delle parrocchie».
E non è scontato. E in qualche piccolo paesino se chiude l’oratorio non ci sono più centri di aggregazione per i bambini. Perciò dai gruppi è venuta fuori l’esigenza forte di «un dialogo costante tra Chiesa e cittadini, un cammino di condivisione e di ascolto: venirsi incontro aprendosi all’altro, in uno scambio rispettoso di idee, superando le divisioni e le appartenenze». Occorre «confrontarsi costantemente per esercitare il dialogo e l’ascolto nella quotidianità». «Sinergia e collaborazione diventino corresponsabilità tra la comunità ecclesiale, l’amministrazione, le forze dell’ordine e l’istituzione scolastica, secondo un ascolto attivo e partecipativo».
A più voci è stato sottolineato che bisogna «rafforzare la collaborazione tra comunità ecclesiale e comunità civile, come esperienza vissuta, quando il rapporto è positivo e come esigenza laddove è carente o assente, per crescere nella capacità di collaborare e condividere progetti, per fare rete all’interno dei paesi tra famiglie, giovani, ragazzi».
E’ emerso l’auspicio che questo incontro sinodale possa essere il primo di una serie, che questo cammino sinodale possa aiutare le varie istituzioni a «sburocratizzarsi, per essere più capaci di rispondere alle esigenze della comunità ed essere più prossimi per un dinamismo più collaborativo tra piazze e campanili», per un «rinnovamento che porti ad una Chiesa più smart, capace di dare risposte». Importante la sollecitazione tra la Chiesa e la politica per portare ad una riscoperta dei valori civici e di fede soprattutto nei confronti dei giovani, che spesso sono disillusi sia dalla vita cristiana che da quella politica. «Comunicare positività, contrastando le notizie negative che vengono dal territorio, cercando invece di veicolare le buone prassi sia nelle piccole che grandi comunità».