“Ho chiesto al ministro Musumeci di affrontare il problema incendi con la ragioneria dello Stato per stanziare risorse preventive e concentrare elicotteri e canadair da posizionare sui singoli territori. Lo Stato deve intervenire preventivamente, dandoci disponibilità di risorse per incrementi mezzi aerei e di terra e per permettere a questi mezzi di alzarsi in volo per ricognizioni preventive, non solo per spegnere il fumo”.
Lo ha detto stamani il governatore dell’Abruzzo, Marco Marsilio, nel corso del sopralluogo in località Bagnaturo di Pratola Peligna all’indomani dell’incendio sul Monte Morrone. Oltre 500 ettari di bosco sono andati in fumo.
In mattinata un elicottero sta effettuando sganci d’acqua per spegnere i pennacchi ancora visibili sulla montagna, mentre 50 squadre da terra, tra Vigili del Fuoco e Protezione Civile, stanno bonificando le zone più impervie e sensibili. “E’ una macchina che ha funzionato alla grande – riprende Marsilio- perchè ha permesso di chiudere e contenere l’incendio in 36 ore, tenendo conto che le condizioni di partenza erano perfino peggiori di sei anni. Hanno aiutato anche le linee tagliafuoco che hanno permesso di portare in quota volontari e strutture di protezione civile”.
Resta il problema del controllo della montagna. Marsilio ha ricordato la convenzione che la Regione ha siglato con i “volontari sentinella” e l’istituzione dell’agenzia di protezione civile, “un sistema virtuoso che nella giornata di ieri ha permesso di effettuare i primi sganci alle sei del mattino, sfruttando condizioni climatiche migliori”. Ma il vero tema, secondo il governatore, è quello della prevenzione.
“C’è stata una collaborazione splendida e fruttuosa tra tutti quanti, dai volontari alle istituzioni, passando per le forze dell’ordine. Il passo ulteriore, ora, è creare una sistema di prevenzione, cultura e responsabilità sociale e di civiltà che eviti che gli incendi nascano”, conclude Marsilio. Nei tre giorni di fuoco sono stati impiegati quattro mezzi aerei, compresi due Air Tractor AT-802 ‘Fire Boss’ che hanno effettuato oltre 150 sganci d’acqua. Ottanta squadre da terra hanno dato supporto.