“Evidentemente, qualcuno non conosce il territorio del mio Comune, non sa che non ci sono positivi in paese, non sa che a Civita D’Antino non ci sono focolai tra i residenti. Non c’è alcuna differenza tra il Comune da me amministrato e Morino, perché dobbiamo subire il peso giustificato di questa ordinanza?”.
Sara Cicchinelli, sindaco di Civita D’Antino, si dice perplessa e preoccupata, alla luce delle ultime carte scritte a livello regionale. Perplessa perché, afferma, “non capisco il significato di questa nuova ordinanza. Innanzitutto, Civita D’Antino ha solo due bar, uno nei pressi della zona Stazione e uno su in paese; già è difficile vedere dopo le 20 qualche persona passeggiare in piazza, figuriamoci assembramenti nei locali. Questo sarà l’ennesimo colpo di grazia inflitto ad comune già sofferente a seguito del lockdown”.
Il sindaco chiede con forza che venga revocata il prima possibile l’ordinanza. “Aggiungo inoltre – dice alla Redazione – che qui non c’è nemmeno un residente positivo al Covid. Gli unici contagiati risiedono nella struttura di accoglienza e sono i migranti arrivati dopo disposizioni governative. Tra l’altro, è più di un mese e mezzo che queste persone sono chiuse lì dentro senza uscire mai, osservando quarantene su quarantene, per via dei numerosi contagi. Io ho sentito anche la Asl perché non mi sembra una situazione ordinaria, sinceramente. Sta diventando una gabbia. Qui, lo ripeto, non c’è pericolo di contagi, non abbiamo focolai, non siamo una zona rossa: non capisco davvero il perché di queste restrizioni.
“Anzi, – conclude il sindaco – se proprio vogliamo dirla tutta, il Centro di Accoglienza si trova più vicino, territorialmente parlando, ai Comuni di San Vincenzo Valle Roveto e a Morino, che a Civita stessa. Io consiglierei, da sindaco, di vedere in che condizioni stanno i migranti ospitati nella struttura. Poi, in sette giorni di misure restrittive, secondo il punto di vista dell’ordinanza, si risolve il problema? Noi, qui a Civita, abbiamo programmato delle manifestazioni, abbiamo delle iniziative a breve da svolgere, perché già è difficile affrontare questo periodo così complicato senza ulteriori ordinanze, figurarsi con dei limiti ingiustificati del genere. Chiedo la revoca, senza se e senza ma; capisco che Marsilio abbia agito in base ad una questione di numeri, ma bisogna anche affacciarsi alle varie realtà territoriali per agire bene”.