Il governatore della Regione Abruzzo sulla ripartenza: “Abbiamo chiesto al Governo di cambiare prospettiva e di non fare prematuramente un calendario delle riaperture che non abbia una base oggettiva; intanto perché i territori non sono tutti uguali, così come è diverso il grado di rischio del contagio. D’altra parte è difficile convincersi che sia più pericoloso andare dal barbiere su appuntamento, con tutte le precauzioni e con le sanificazioni del caso, piuttosto che prendere l’autobus e andare in fabbrica o in ufficio, per quanto ci siano protocolli rigidissimi”.
In sostanza, chi “rispetta la sicurezza e riesce a garantirla per sé e per gli altri, e si adegua agli standard imposti, può riaprire, che siano bar o parrucchieri o altro. A meno che, uno Stato che tiene fermi interi comparti si dimostri in grado di distribuire subito i dovuti ristori per i danni economici”.
E sulle misure di contenimento del Covid-19 nella fase della ripartenza Marsilio avverte: “Non ho mai parlato né mai parlerò di tamponamenti a tappeto: con gli attuali laboratori, i quattro di Pescara, Chieti, Teramo, L’Aquila e altri privati in procedura di accreditamento, impiegheremmo sei mesi per processare tutta la popolazione abruzzese e non sarebbe utile, né con questo metodo né con questi tempi. Semmai avere più laboratori ci consentirà, in determinate circostanze, per esempio nel caso di nuove ipotetiche zone rozze, di individuare nuclei di asintomatici ed intervenire precocemente”.