“Ad Avezzano qualcuno reclamava l’ospedale da campo: stiamo per aprire una tensostruttura per il pre-triage dove sono state allestite delle camere riscaldate con attacco ai gas medicali, una struttura molto meglio di un ospedale da campo, che è una tenda dove magari si lasciano al freddo e al gelo pazienti anziani”.
Così il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, nel punto stampa odierno, trasmesso in streaming sui canali social della Regione.
All’ospedale San Salvatore dell’Aquila ci sono pazienti “parcheggiati” nella cappella del nosocomio – scelta fatta proprio per la carenza di spazi – in attesa di essere assegnati ai vari reparti, un’attesa che spesso supera intere giornate.
Rispondendo alle domande di Alessia Centi Pizzutilli, giornalista di Info Media News, il governatore ha precisato: “Ogni giorno nelle Asl si aprono nuovi reparti, continuiamo a lavorare per trovare spazi e per riorganizzare la sanità; solo da ottobre abbiamo potuto riprendere i lavori nelle strutture per renderle ancor più capaci di resistere. L’Aquila per esempio è un ospedale che ha già ricevuto interventi importanti, dal Delta 7, inaugurato solo qualche settimana fa e fermo dal sisma del 2009, e che oggi offre 120 posti letto, al G8, dove si stanno continuando ad allestire posti di terapia intensiva”.
“È una gara contro il tempo“, ha aggiunto, mostrando un’immagine della curva nel nostro territorio che ha avuto una brusca impennata in poco tempo: “Un flagello che si è scatenato in un mese”.
Il problema, in ogni caso, ha investito tutte le nazioni: “È in difficoltà la Sanità svizzera, che ha finito i posti nelle terapie intensive, è in ginocchio la Sanità tedesca, quella francese, statunitense, insomma le migliori Sanità del mondo non sono in grado di affrontare l’epidemia in queste condizioni”, ha spiegato.
“A confronto anche con quello che sta avvenendo nel resto d’Italia e del mondo, i nostri dirigenti, medici, infermieri e tutta la struttura nel suo complesso sta tenendo – ha assicurato Marsilio – Poi l’arte della polemica è troppo facile in certi momenti, io potrei ricordare che articoli sui pronto soccorso e sulle code fuori dai pronto soccorso sono una costante presente sui nostri quotidiani in tempo di pace, figuriamoci in un momento del genere in cui si moltiplicano gli accessi”.
“Chiunque sia andato in un pronto soccorso ci ha passato dalle 6 alle 8 ore – ha proseguito – È troppo facile scandalizzarsi perché oggi ci vuole una giornata intera o due per trovare un posto all’interno dell’ospedale con tutte le precauzioni del caso, ma ci stiamo lavorando”.
“La cappella del San Salvatore è stata utilizzata anche per evitare di ospitare le persone sotto le tende in un momento in cui si sta approssimando il maltempo e quindi le basse temperature”, ha precisato.
“La cosa difficile – ha dichiarato ancora Marsilio – è trovare il personale, in tutto il mondo si recluta personale medico per questa emergenza e stiamo lavorando su ulteriori assunzioni e sugli specializzandi”.
“La Asl dell’Aquila è stata sottoposta a una seconda ondata molto pesante, analoga a quella che colpì Bergamo o altre province italiane nella prima ondata, i nostri dirigenti medici la stanno affrontando con la massima determinazione, reperendo spazi e risorse senza sosta. Qualche sindaco utilizza questa tragedia per prepararsi la campagna elettorale, o qualche partito soffia sul fuoco e va chiedendo teste e commissariamenti, perché pensano alle poltrone invece di risolvere i problemi, quando si è in guerra si fa squadra e si sostengono i generali, non si delegittima chi deve prendere le decisioni nelle difficoltà e soprattutto si deve lasciare spazio a chi ha queste competenze e chi fa questo mestiere”.
“Io sono il presidente ma non mi sono mai permesso e non mi permetto mai, mai – ha ripetuto – di dire a un direttore generale e sanitario di aprire un reparto, o come organizzarlo, sono loro che lo dicono a noi, penso che la politica debba stare un passo a lato per mettere i nostri dirigenti nella condizione di lavorare. E quindi, non fare megafono sotto i pronto soccorso perché quello è un mestiere troppo facile, che non porta lontano”.