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Massa D’Albe, Opposizione: “Approvata nostra mozione su Palestina”

Mastrangelo, Mancini e Ceglie: “Si spacca la maggioranza. Ora il sindaco si dimetta".

“Una vittoria a tutto campo: la nostra mozione pro-Palestina è stata approvata con pezzi della maggioranza che, votando con noi, si è clamorosamente spaccata”.

Esprimono tutta la propria soddisfazione gli esponenti di minoranza del Comune di Massa d’Albe Antonio Mastrangelo, Gianni Mancini e Giovanni Ceglie in merito alla seduta del consiglio comunale di sabato scorso.

“La nostra richiesta sul riconoscimento della Stato della Palestina – affermano i tre – è stata approvata col voto di Giovanni Caringi, consigliere di maggioranza che si è così dissociato dalla posizione della coalizione che sostiene il sindaco Nicola Blasetti, astenuti insieme i consiglieri che lo sostengono. E’ invece apparsa ambigua la posizione del consigliere Marco Di Pangrazio che, pur stando con noi in minoranza, ha preferito astenersi per non discostarsi, come ha dichiarato, da proprie logiche di appartenenza politica. Quando si è all’opposizione, invece, sarebbe necessario essere coerenti e votare compatti con tutta la minoranza, senza distinguo riconducibili a interessi diversi, pena il rischio di non essere credibili”.

“L’esposizione della bandiera al palazzo comunale, che rientrava tra le nostre richieste, è stata invece stralciata dal consiglio e quindi non esaminata, fatto che disapproviamo senza riserve”.

“Dall’ultima seduta è emersa quindi”, aggiungono i tre, “una chiara divisione all’interno della maggioranza che rappresenta un’ulteriore crepa per il sempre più traballante sostegno al sindaco Nicola Blasetti che, asserragliato nel suo fortino, cerca solo di tirare a campare”
“L’amministrazione in carica è dunque al capolinea e gli scricchiolii emersi sono il segnale palese di un fallimento della giunta che ricade purtroppo su tutti i cittadini. Al sindaco, prima che vengano giù altri ‘mattoni’ della sua già precaria coalizione”, concludono i tre dell’opposizione, “non resta che il gesto dignitoso della resa e dunque delle dimissioni”.

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