“Nel giorno della vita ripetiamo: basta morti sul lavoro! E impegniamoci per questo”. E’ il forte appello del Papa durante la celebrazione della messa nella notte di Natale. “Dio stanotte viene a colmare di dignità la durezza del lavoro. Ci ricorda quanto è importante dare dignità all’uomo con il lavoro, ma anche dare dignità al lavoro dell’uomo, perché l’uomo è signore e non schiavo del lavoro. Nel giorno della Vita ripetiamo: basta morti sul lavoro! E impegniamoci per questo”, ammonisce il Pontefice.
Guardando ancora al presepe, Bergoglio ricorda che “a Betlemme stanno insieme i poveri e i ricchi, chi adora come i magi e chi lavora come i pastori. Tutto si ricompone quando al centro c’è Gesù: non le nostre idee su Gesù, ma Lui, il Vivente”. Da qui il monito ai fedeli: “Allora, cari fratelli e sorelle, torniamo a Betlemme, torniamo alle origini: all’essenzialità della fede, al primo amore, all’adorazione e alla carità. Guardiamo i magi che peregrinano e come Chiesa sinodale, in cammino, andiamo a Betlemme, dove c’è Dio nell’uomo e l’uomo in Dio; dove il Signore è al primo posto e viene adorato; dove gli ultimi occupano il posto più vicino a Lui; dove pastori e magi stanno insieme in una fraternità più forte di ogni classificazione”.
Quindi l’invocazione finale: “Dio ci conceda di essere una Chiesa adoratrice, povera e fraterna. Questo è l’essenziale. Torniamo a Betlemme. Ci fa bene andare lì, docili al Vangelo di Natale, che presenta la Santa Famiglia, i pastori, i magi: tutta gente in cammino. Fratelli, sorelle, mettiamoci in cammino, perché la vita è un pellegrinaggio. Alziamoci, ridestiamoci perché stanotte una luce si è accesa. E una luce gentile e ci ricorda che nella nostra piccolezza siamo figli amati, figli della luce”.