“Carissimi Dirigenti, Docenti, Studenti, con grande gioia e affetto desidero raggiungervi, anche solo con queste poche righe, in occasione dell’inizio del nuovo anno scolastico.
Il mio legame con la scuola è profondo e personale: per alcuni anni del mio ministero presbiterale ho avuto la grazia di insegnare e vivere da vicino le dinamiche scolastiche. Ricordo con gratitudine quei giorni, le relazioni costruite, i volti degli studenti, le domande sincere, le fatiche condivise con i colleghi docenti. Per questo, ogni volta che mi si chiede di tornare a scuola, rispondo con entusiasmo: è sempre una gioia incontrare i giovani, incoraggiare chi insegna, apprezzare il lavoro appassionato dei Dirigenti.
Ho una particolare simpatia per i ragazzi e i giovani. Lo confesso volentieri. Perché sono veri, autentici, pieni di sogni e desiderosi di costruire un mondo migliore, per sé stessi, per i propri amici, per tutta l’umanità. E la scuola è uno dei luoghi privilegiati in cui questi sogni iniziano a prendere forma.
Cari ragazzi, lo so: quando siete dentro la scuola, spesso non vedete l’ora di fuggire via. È normale. Ma vi invito ad amare la scuola. Perché solo ciò che si ama si può vivere davvero. E non c’è nulla di più utile di imparare a imparare. Certo, imparare è faticoso. Richiede impegno, sacrificio, costanza. Ma vi chiedo: c’è forse qualcosa nella vita che valga davvero la pena e che non richieda fatica?
In questo cammino, lasciatevi ispirare da due giovani straordinari, canonizzati domenica scorsa: Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati. Hanno vissuto con intensità, mettendo insieme fede, studio, amicizia, solidarietà. Carlo diceva: “Tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie.”
Un invito forte a non lasciarsi mai vivere, ma ad essere sempre più protagonisti, unici e veri. La scuola è il luogo dove iniziare a scrivere la propria originalità.
A voi Dirigenti e Docenti, il mio grazie più sincero: per il servizio che rendete ogni giorno, spesso tra mille difficoltà, con passione e dedizione. Il vostro non è semplicemente un mestiere: è una vocazione, nel senso più alto e vero del termine. Non siete solo trasmettitori di saperi, ma educatori di anime, seminatori di futuro, testimoni credibili di quei valori che i ragazzi imparano più da come vivete che da quello che dite. Ogni parola, ogni gesto, ogni attenzione quotidiana lascia un segno che può accompagnare una vita intera. È una responsabilità grande, sì, ma anche una delle missioni più belle che si possano ricevere.
A tutti, il mio augurio di un anno scolastico sereno, ricco di crescita e di luce.”
Con affetto e benedizione,
Giovanni, Vescovo
Comunicato stampa