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Pronto soccorso Pescara, “convocazione urgente Capigruppo”

“L’assessore venga a spiegare cosa è successo e perché il paziente anziano e cardiopatico non abbia ricevuto attenzioni e cure

“Una nuova morte al pronto soccorso dopo ore in attesa di essere preso in carico, il caso si è verificato a Pescara, dove un paziente 90enne, Bruno D’Attanasio, è morto dopo ripetute richieste di aiuto alla famiglia.

L’assessore Verì venga a riferire alla Capigruppo cos’è successo e come intende risolvere i gravi problemi che toccano i reparti di emergenza di Pescara, di Chieti e degli altri presidi abruzzesi finiti in cronaca per le denunce dei pazienti”, l’annuncio dei consiglieri regionali PD Silvio Paolucci e Antonio Blasioli, che hanno già chiesto che la conferenza dei capigruppo si riunisca sul tema in via urgente.

“Una storia drammatica, denunciata pubblicamente oggi dalla nipote, l’imprenditrice pescarese Luciana Ferrone, vicepresidente nazionale CNA FITA e presidente Cif della Camera di Commercio Chieti-Pescara, ma che si aggiunge a decine di altre di ordinario disagio, raccontate direttamente dai pazienti o diventate fatti di cronaca a causa di calvari e attese che stridono con la mission dei servizi di Pronto soccorso – incalzano i consiglieri – Servono risposte subito ed è necessaria una seduta urgente della Capigruppo, al fine di ascoltare l’Assessore regionale con delega alla Salute sul caso del 90enne morto ieri in una struttura costata 6 milioni di euro e inaugurata da poco e, in generale, sullo stato dei Pronto Soccorso abruzzesi che si reggono sugli sforzi e l’abnegazione di medici, infermieri, operatori sanitari e portantini. Un caso, che capita a Pescara, dove solo due mesi fa a fronte di un Consiglio comunale straordinario, svoltosi su richiesta nostra e dei consiglieri comunali di centrosinistra, erano stati presi impegni precisi da parte della Asl ad oggi disattesi, al punto che abbiamo dovuto scrivere al presidente del Comitato ristretto dei sindaci, il sindaco di Masci, perché valutasse la situazione, al fine di evitare altri disagi e proprio storie come queste, che con l’estate e dopo il covid saranno destinate ad aumentare, se si resta inerti.

Non è pensabile che non ci siano investimenti sull’emergenza, perché se disagi e casi continuano ad accadere, significa che mancano programmazione e strategie per evitarli. Il Pronto soccorso deve garantire risposte e interventi tempestivi, adeguati e ottimali, ai pazienti giunti in ospedale in modo non programmato, affrontando le situazioni di emergenza e urgenza clinica e assistenziali, attuando tutti i provvedimenti immediati salva vita. Questo temiamo che non stia accadendo, perché le segnalazioni sono tante e anche piuttosto gravi: pazienti che stazionano non solo ore, ma anche giorni in pronto soccorso che non hanno sufficienti posti letto e personale per dare le risposte all’altezza dell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA).

Dopo tanti annunci, l’assessore, venga a riferire sui fatti messi in campo insieme alle Asl per la comunità e per sostenere le professionalità che ogni giorno fanno il loro meglio in questi reparti per salvare vite. La storia accaduta ieri è solo l’ultima in ordine di tempo, non può essere la norma, soprattutto dopo la pandemia, con il bisogno di prevenzione e cure manifestato dai malati no covid e a fronte di un diritto alla salute che riguarda tutti”.

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