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Morti sul lavoro: Teramo si ferma

Manifestazione dopo la tragedia a Mosciano Sant'Angelo

Uomini sdraiati a terra, su lenzuoli e bandiere, come morti.

Fiaccole accese a fargli da contorno e una sirena da fabbrica che suona in segno di lutto.

Così ieri mattina circa 300 lavoratori in piazza Martiri, a Teramo, hanno denunciato le morti sul lavoro a pochi giorni dalla tragedia di Mosciano S.Angelo, in cui un operaio è morto schiacciato da una lastra. Uno sciopero organizzato da Cgil Cisl e Uil, i cui territoriali sono stati tutti presenti. “Nel 2022 sono già stati superati i 450 morti sul lavoro e l’anno ancora non finisce. È una mattanza che va fermata subito. Basta dire “basta”, bisogna agire”, così Marco Boccanera, segretario interregionale Fim Cisl Abruzzo e Molise. “Dalla politica riceviamo solo proclami e nessuno parla di morti sul lavoro in questa campagna elettorale. I soldi del bonus 110% potevano essere utilizzati per il settore, invece sono serviti solo per rifarsi la seconda casa. Mentre questi operai non sono tornati a casa per un pezzo di pane. Lo stipendio medio è di 1400 euro al mese. Nel 2021 abbiamo presentato un documento alla Prefettura di Teramo, ma è rimasto carta straccia. Bisogna agire anche in fretta con il Prefetto”, conclude Boccanera. Gianluca di Girolamo segretario Uilm metalmeccanici di Teramo: “Quando c’è infortunio non muore solo un uomo, ma un’intera famiglia. Siamo nel paese delle scorciatoie per il profitto. La sicurezza deve essere la condizione base di lavoro. È troppo facile politica è fare proclami il giorno dell’incidente e il giorno dopo dimenticare tutto”. L’adesione allo sciopero è stata alta, il corteo ha sfilato per il corso San Giorgio e si è poi radunato in piazza Martiri. Un grido unito alla tragedia del territorio, ma anche a quelle dalla nazione. “Non si può contrattare nulla se non ci sono i lavoratori in vita”, ha detto Natascia innamorati segretario generale FIOM Cgil Teramo. “Alle istituzioni bisogna chiedere di investire per controllare. Per Luana, per Tonino, per Lorenza e tutti gli altri morti, bisogna fare subito giustizia. Non si possono aspettare gli anni dei tribunali, in cui si modificano anche i fatti accaduti”.
    Conclude Innamorati.

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