“Cinquanta anni fa, la nostra città fu percorsa dalle fiamme di una rivoluzione. Con i moti del 1971, gli aquilani manifestavano per la loro terra, capoluogo di regione. Giorni intensi, duri, contrassegnati da forti rivendicazioni. Oggi, dopo quello spartiacque, siamo uniti sotto una sola bandiera. Quella dell’Abruzzo”.
Così il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, che ricorda i moti aquilani.
“Gli anni ’60 del secolo scorso avevano segnato una svolta per l’Abruzzo, per la Provincia dell’Aquila, per tutti i cittadini: l’amministrazione provinciale, grazie alla lungimiranza del suo presidente Pasquale Santucci, si era inserita autorevolmente nel processo di ammodernamento dell’Abruzzo difendendo primariamente gli interessi della Provincia dell’Aquila e in particolare di L’Aquila capoluogo di regione, che già allora era oggetto di continui tentativi di ‘spoliazioni politico-amministrative'”.
A ricordarlo, sottolineando che il campanilismo tra L’Aquila e Pescara veniva da lontano, è il responsabile della prima pagina dell’inserto de ‘Il Tempo’ d’Abruzzo all’epoca dei moti aquilani, poi fondatore e capo Ufficio Stampa della Regione, Silvio Graziosi, 91 anni, giornalista professionista dal 1963.