La morte dell’orso bruno marsicano Carrito non ha insegnato nulla? La Zona Speciale di Conservazione “Parco nazionale d’Abruzzo” sarà trasformata a fine aprile in un vero e proprio motoparco con 150-200 moto che sfrecceranno in prove cronometrate per decine di chilometri di carrarecce e sterrate nel cuore dell’area protetta, sito fondamentale per l’orso bruno marsicano, il picchio dorsobianco e tante altre specie rarissime?
Lo scorso 28 marzo è stata depositata una semplice procedura di screening per la valutazione di Incidenza Ambientale per lo svolgimento il 29 e 30 aprile 2023 di un motorally valido per il campionato italiano. Due prove cronometrate su tracciati interni al sito tutelato a livello comunitario, su carrarecce, sterrati e strade immersi nei boschi che ospitano tane di orsi marsicani e nidi di picchi dorsobianchi.
Interessante notare che, nonostante la delicatezza dell’iniziativa, sia stato presentato appunto un semplice screening e non già la Valutazione di Incidenza appropriata, che necessita di un periodo di 30 giorni per le osservazioni del pubblico. Cosa che però sarebbe stata praticamente incompatibile con la tempistica dell’evento.
In ogni caso le associazioni stigmatizzano il fatto che dopo il caso di Carrito e di diversi orsi morti investiti è letteralmente inconcepibile permettere di far sfrecciare in prove cronometrate su stradine sterrate immerse nei boschi centinaia di piloti di moto nelle aree più importanti per la specie, dalla Serralunga a Lecce vecchia.
A parte il rischio concreto di investimento, data la visibilità ridotta e le condizioni di gara, è anche una questione diseducativa.
Inoltre siamo in pieno periodo riproduttivo dell’avifauna. Il passaggio per ore di mezzi rombanti è assolutamente incompatibile con la tutela delle specie poiché il disturbo causerebbe l’abbandono di uova o pulcini.
Per questo le associazioni Salviamo l’Orso, LIPU, Associazione per la Tutela degli Uccelli Rapaci e dei Loro Ambienti – ALTURA e Stazione Ornitologica Abruzzese hanno scritto all’Ente Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e alla Regione Abruzzo affinché vietino questa iniziativa in palese contrasto con l’accordo PATOM per la conservazione dell’Orso bruno marsicano e con le direttive comunitarie che vietano il disturbo delle specie protette