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MuDi Goriano Valli, sindaco Biondi in visita

"Sarà un elemento significativo del progetto di L'aquila Capitale della Cultura 2026"

“Il MuDi rappresenterà senz’altro un elemento significativo nel grande progetto di L’Aquila capitale della cultura 2026, che da subito abbiamo immaginato non concentrato dentro le mura del capoluogo, ma come un modello che potesse servire da volano per investimenti e per la creazione di sviluppo nell’intera città territorio”.

Lo ha affermato il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, che ha fatto visita ieri al MuDi, il Museo diffuso del Parco Sirente Velino, nel piccolo borgo aquilano di Goriano Valli, frazione del comune di Tione degli Abruzzi, che con il conferimento del premio “MuDi Sirente Awards”, il 21 settembre scorso, ha aperto definitamente i battenti delle 16 stazioni, tra cantine, pagliai, stalle, generosamente messe a disposizione dagli abitanti, dedicate ciascuna ad un concetto, una visione del futuro, un personaggio storico, custodendo e mettendo in mostra luoghi, oggetti, foto, testi testimoni di una civiltà contadina che ancora tanto ha da insegnare.  

Nella prima domenica di visite su prenotazione, si è già raggiunto il sold out, con persone arrivate anche da altre regioni, accompagnate nel tour dalle guide, e le prenotazioni sono già da ora aperte anche per una visita speciale di domenica 13 ottobre.

Ad accogliere il primo cittadino dell’Aquila, assieme al sindaco di Tione degli Abruzzi, Stefania Mariani, Fausto Di Giulio, che ha creato il MuDi assieme alla sua famiglia, originaria di Goriano Valli, come progetto filantropico di REX Roundatbales, società che si occupa di innovazione e ricerca condivisa multisettoriale per l’imprenditoria di cui è responsabile per Europa e Asia.

A Biondi è stata donata simbolicamente la “Future key”, chiave simbolo e auspicio del viaggio verso l’innovazione e la scoperta all’insegna della generosità contagiosa, e il libro “Immagina”, di Jane Mcgonigal, sui giochi, scenari e simulazioni per prepararsi al futuro con ottimismo. 

“Ho provato un sentimento di grandissima sorpresa e gioia – ha detto il sindaco Biondi al termine del tour delle stazioni del MuDi -, nel vedere persone che si mettono in gioco per i nostri borghi, per una riscoperta delle aree interne, che non passi per una visione romantica e musealizzante, ma vedendo in esse una energia e una potenzialità importante. Compito delle istituzioni è quello di creare le condizioni perché le persone possano scegliere di rimanere a vivere in questi borghi, con servizi e infrastrutture e condizioni favorevoli dal punto di vista economico”.

Ha commentato a sua volta Fausto di Giulio: “È stato un grande onore accogliere il sindaco Biondi e, con la consegna simbolica delle chiavi e del libro iconico del MuDi insieme al sindaco di Tione degli Abruzzi Stefania Mariani, abbiamo inteso dare ufficialmente il via al nostro contributo, quello del contado aquilano, per L’Aquila Capitale della Cultura 2026, in uno dei borghi, che ottocento anni fu tra i fondatori della città. Il MuDi, oltre a essere un museo per tutti gli italiani, si propone di attrarre in Abruzzo leader aziendali internazionali per ritiri dedicati ai team dirigenziali. Questo permetterà loro di scoprire le bellezze autentiche, sia naturalistiche che storiche, dell’Aquila e del suo territorio”.

E infatti, la stazione numero uno del MuDi è il “Me-To-Me, il REX Leader Museum for The Future”, la più originale, ha sede in una vecchia bottega alimentare, con l’arredo originale degli anni ’50, pensata per ospitare le esperienze individuali di due giorni, rivolta a manager, imprenditori e decisori politici, ed ispirata dall’Institute for the Future di Palo Alto nella Silicon Valley. Un luogo speciale di introspezione per attirare visitatori dall’estero in cerca di luoghi autentici dove distaccarsi dal frenetico ritmo quotidiano, riconnettersi con sé stessi e la natura, focalizzare gli obiettivi, migliorare personalmente, contribuire a costruire un mondo migliore.

A seguire la “Casa Medievale più piccola al mondo”, dimora, di appena 8 metri quadrati, che restituisce un ritratto fedele di come si viveva secoli fa e dove gli ultimi a vivere furono Rachele Mariani e Pierfelice Capestrani, una coppia di contadini che si prodigava ad aiutare gli orfanelli, nonostante la loro povertà.

A seguire, la “Cancella Rinascimentale” dedicata agli artigiani gorianesi, la “Bottega del Dopoguerra” dedicata all’economia circolare,”, la “Stalla dell’asino”, dedicata a Celestino V e al suo asino in groppa al quale l’eremita del Morrone attraversò la valle per salire a L’Aquila al soglio papale, la “Stalla delle pecore e delle capre”, dedicato alla transumanza, “Il pagliaio”, dedicato alla restanza, termine elaborato dal sociologo Vito Teti, e a chi ha deciso non emigrare per un atto d’amore e fiducia verso la propria terra d’origine. La “Stalla di Regina e Pupetta”, dedicata agli animali, con le splendide foto del fotografo naturalista di Goriano Valli, Luca Di Vincenzo. 

A seguire, la “Cantina Annonnasè”, ricca di oggetti, foto, ambienti e suggestioni che raccontano le storie delle donne gorianesi, la “Cantina del Vino”, dedicata al condottiero e mercenario Braccio Fortebraccio da Montone, la “Cantina del grano e del pane”, dedicata ad Antonuccio Camponeschi, nobile aquilano del XV secolo, che si distinse per il suo impegno politico e militare contro la dominazione esterna, in particolare nella lotta contro Braccio da Montone, il “Pagliaio”, dedicato a Jacopo Caldora, nobile e capitano di ventura italiano del XV secolo, noto soprattutto per il suo ruolo nelle lotte tra i vari regni e potentati dell’Italia meridionale durante il periodo delle guerre tra Angioini e Aragonesi.

Infine la “Cantina del Torchio Antico”, dedicata a Frà Berardinello da Fontavignone, straordinaria figura, autore di molti miracoli, dalle guarigioni di disabili alla moltiplicazione del pecorino, vissuto e morto nel convento dei francescani Osservanti di San Giorgio di Goriano Valli. La “Cantinola”, dedicata alla convivialità e infine “Il tempo che ci vuole”, dedicato alla Mindfulness, per ripensare in un’ottica di pace, dettagli architettonici come le archibugiere e le feritoie.

Il Mudi può essere visitato, con accompagnamento delle guide che illustrano ciascuna delle stazioni, ogni domenica su prenotazione, contattando la Cooperativa di comunità Cuore delle Valli, al numero +39 3272808202. 

 

Comunicato stampa

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