“La diffida o ‘ultimatum’ per chiedere la riapertura delle Naiadi all’Ati che ne ha assunto la gestione dal 2019 è un atto dovuto, inviata ovviamente dagli Uffici amministrativi della Regione Abruzzo e non dal ‘presidente Sospiri’, per ottenere il rispetto di una convenzione debitamente sottoscritta e accettata dall’Ati e di successivi impegni assunti in via ufficiale nel corso di varie riunioni. La Regione Abruzzo ha mostrato la massima comprensione e ha garantito ogni possibile collaborazione nei confronti della stessa Ati, tenendo conto delle possibili criticità generate dall’emergenza Covid-19, ma non possiamo ignorare le esigenze e le ragioni delle centinaia di atleti che da mesi riescono ad allenarsi ovunque, tranne che nella loro piscina naturale, appunto Le Naiadi. Detto questo, pare evidente che l’Ati oggi ha due sole strade percorribili: la riapertura della vasca del PalaPallanuoto come da impegni assunti, entro i 7 giorni indicati nella diffida degli uffici regionali, che scadranno domani, martedì 16 febbraio, oppure rinunciare legittimamente e comprensibilmente alla gestione, entro quella stessa data, ravvisando nella riapertura un impegno eccessivamente gravoso”. È la replica del Presidente del Consiglio della Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri in riferimento alle affermazioni del Presidente di Pinguino Nuoto Nazzareno Di Matteo. “La gestione de Le Naiadi è stata evidentemente assegnata sulla base di un affidamento con la sottoscrizione di documenti, atti e carte che hanno attribuito alle parti impegni e doveri precisi che vanno rispettati – ha sottolineato il Presidente Sospiri -. La Regione rispetterà i propri impegni, come ha sempre fatto; l’Ati ha il dovere non interpretabile di riaprire le Naiadi, dopo i cinque mesi e più di chiusura, probabilmente unico caso in tutto l’Abruzzo, mentre pare chiaro che l’emergenza Covid abbia colpito non solo l’Ati che gestisce Le Naiadi ma l’intero tessuto produttivo-economico-sportivo della regione e del Paese. Che i costi di gestione de Le Naiadi fossero alti mi sembra fosse cosa nota e non sia una sorpresa post-Covid e che quei costi rientrino nel cosiddetto ‘rischio d’impresa’ mi sembra altrettanto fosse cosa nota. Né la riapertura o meno delle vasche può divenire oggetto di una sorta di giochino di rimpallo: se la Regione ci paga e contribuisce alle spese noi apriamo, altrimenti la struttura resta chiusa. Se l’Ati non riesce a far fronte alle spese, può e deve semplicemente comunicarlo ai nostri uffici e restituire le chiavi dell’impianto, che è proprietà della Regione Abruzzo e non dell’Ati. D’altro canto – ha concluso il Presidente Sospiri – mi sembra più che chiaro come la posizione del signor Di Matteo sia singolarmente isolata rispetto agli altri consociati che hanno una visione ben diversa della situazione. La Regione Abruzzo ne prende atto e martedì saranno i nostri uffici amministrativi, e non il Presidente Sospiri, ad assumere le determinazioni del caso”.
Naiadi, Sospiri: “Diffida un atto dovuto”
“La diffida o ‘ultimatum’ per chiedere la riapertura delle Naiadi all’Ati che ne ha assunto la gestione dal 2019 è un atto dovuto"