Dedicato ai dirigenti scolastici e ai responsabili dei Servizi sociali del territorio come occasione di riflessione e approfondimento sul tema della prevenzione dei comportamenti devianti tra gli adolescenti, si è svolto a Barletta, nella sede della prefettura di Barletta-Andria-Trani (Bat) il convegno “Nati Disuguali”, organizzato dallo stesso ufficio territoriale del governo in collaborazione con l’associazione Save the children (Stc) nell’ambito delle iniziative del patto educativo provinciale.
Base di confronto dell’evento, aperto dal saluto introduttivo del prefetto Rossana Riflesso, i numeri e le statistiche contenuti nel XIII Atlante dell’infanzia a rischio, dal titolo “Come stai?”, presentato e illustrato dalla referente provinciale di Stc, Anna Rosa Cianci. Dati sullo stato di salute anche psicologico di bambini e adolescenti in Italia che mettono in evidenza, è emerso durante il convegno, come e quanto le disuguaglianze economiche, sociali e territoriali possano influire sulla crescita e lo sviluppo dei minori.
Numerosi gli interventi, programmati secono un approccio interdisciplinare e integrato al tema.
Tra questi, quello del procuratore del tribunale per i minorenni di Bari, Ferruccio De Salvatore, con riflessioni sul percorso che dalle devianze porta a volte alla criminalità adolescenziale, e sulle azioni della procura, evidenziando il difficile lavoro finalizzato a puntare sull’aspetto educativo, per ricondurre il minorenne nella collettività, anche dopo aver commesso gravi reati. Diritti degli adolescenti, invece, il tema delle riflessioni proposte da Luigi Pannarale, vicepresidente della Società italiana di Filosofia del diritto e professore ordinario di Sociologia del diritto all’Università degli studi “Aldo Moro” di Bari, che ha suggerito un cambio di approccio culturale all’età adolescenziale e posto interrogativi sull’attuale crisi dell’età adulta.
Il direttore del dipartimento Dipendenze patologiche SerD dell’azienda sanitaria locale (Asl) di Barletta, Gianfranco Mansi, illustrando la sua relazione su disagio giovanile e dipendenze patologiche, ha sottolineato la pericolosità della dipendenza dal fumo di sigaretta, dal gioco d’azzardo e dall’abuso dei social media, facendo presente la necessità che famiglie e agenzie educative diventino più attrattive per i giovani, spesso lasciati senza punti di riferimento. Nella stessa direzione, al coinvolgimento diretto della società civile vanno aggiunte, ha osservato, altre iniziative, come il protocollo tra prefettura e Asl sul trattamento di persone segnalate per tossicodipendenza, e attività di sensibilizzazione per prevenire l’uso di droghe tra i più giovani.
Dal punto di vista psicologico e psicoterapeutico, lo specialista Saverio Costantino ha affrontato il problema del disagio tra i ragazzi particolarmente acuito nella fase post-pandemia, evidenziando come in una società in cui “tutti parlano ma nessuno ascolta, tutti scrivono ma nessuno legge” ci si attende che la scuola “si faccia” servizio sociale, e che le Forze dell’ordine assolvano a funzioni genitoriali rispetto a minori appena adolescenti lasciati senza regole nella movida notturna.
Due insegnanti hanno concluso gli interventi, portando le attività, e la passione, del mondo della scuola: la docente del “Rodari-Alighieri-Spalatro” di Vieste e referente dei progetti LNDC-Vieste, Francesca Toto, intervenuta sul tema dell’unione “vincente” tra scuola e volontariato per prevenire le devianze, e il dirigente scolastico del “Don Milani” di Trinitapoli, Giulio Di Cicco, che ha approfondito il ruolo della comunità territoriale citando l’iniziativa che vedrà i giovani progettare spazi pubblici che l’amministrazione comunale darà poi loro in affidamento.
Ringraziando Save the children per la collaborazione nel «portare all’attenzione del territorio una tematica tanto attuale», il prefetto ha ricordato come criminalità giovanile e crisi adolescenziale «riguardano l’intero Paese e sono prevalentemente causati da mancata integrazione, disagio familiare o sociale, povertà culturale», sottolineando l’importanza del contributo dei servizi sociali comunali, del mondo della scuola, delle parrocchie e dell’associazionismo, «cui abbiamo voluto offrire gli spunti del convegno di oggi», perché «sappiano incidere in maniera sempre più efficace con strumenti di prevenzione sociale e percorsi di educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva».