Il 66,2% dei ristoranti ha scelto di restare aperto il giorno di Natale (in crescita rispetto al 65% del 2022) e saranno oltre 500 mila i lavoratori del settore in attività.
Secondo l’indagine della Federazione Italiana Pubblici Esercizi sono 5,4 milioni gli italiani che sceglieranno di festeggiare il Natale al ristorante. Il 10,2% in più rispetto al 2022.
“Il periodo di Natale per il comparto della ristorazione vale circa il 10% del fatturato e anche quest’anno le aspettative degli imprenditori del settore sono state soddisfatte pur in un contesto difficile a livello economico e sociale. Più in generale l’anno che va a concludersi è stato un anno significativo per la ripresa delle nostre attività che hanno saputo superare le difficoltà legate all’aumento del costo delle materie prime ed alla difficoltà di reclutare personale”, spiega in una nota Gabriele Armenti, dell’Associazione Ristoranti della FIPE/Confcommercio Pescara.
Per il pranzo di Natale al ristorante si registrerà una spesa complessiva di circa 400 milioni di euro (il 15% in più rispetto al 2022) per una spesa media stimata per persona di circa 74 euro per un menù fisso per adulti (per bambini 30 euro), proposto nell’83,2% dei ristoranti. In risalita i pranzi aziendali per lo scambio di auguri con i dipendenti.
Il 68% dei menu sarà tradizionale, mentre il 19% proporrà piatti più “innovativi e ricercati”.
Cresce la sensibilità verso la lotta allo spreco alimentare visto che il 66% dei ristoratori si dice attrezzato per consentire ai clienti di portare a casa il cibo ordinato e non consumato.
“Sarà un Natale all’insegna della tradizione e della lotta allo spreco alimentare – aggiunge Armenti – I dati dell’indagine confermano che i ristoranti restano un punto di riferimento per la convivialità familiare, sia che si tratti di piccole famiglie che di famiglie numerose. Nel primo caso la scelta del ristorante è dettata soprattutto dalla voglia di stare in un ambiente dove c’è gente, nel secondo dal desiderio di rilassarsi non dovendo pensare né alla spesa né alla cucina”.