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Nella Cattedrale dei Marsi, la voce angelica delle arti: raccolti 4mila euro per i sogni ‘terremotati’

image-2426 biglietti. 426 doni puliti di solidarietà. Quando borbotta la macchinetta del caffè, riemergono in superficie e tornano a galla gli odori di un antico aroma, comune a tutti. Adesso, quando si ascolta, anche se per caso, il nome di Amatrice o di Accumoli, o quando si tende l’orecchio alle parole graffianti del terremoto, la lacrima scappa, s’inchioda sul viso e si fa vecchia. Per tutti. Tra le mura cittadine della Cattedrale dei Marsi di Avezzano, qualche sera fa, è andato in scena l’evento dal titolo ‘Motus Terrae, Terrae Animi’, ideato dal parroco della Cattedrale stessa, Don Claide Berardi. Ebbene, la città, in un certo senso, ce l’ha fatta a non passare inosservata e a lasciare il segno anche da qui, qui dove, nel lontano 1915, la furia della terra inghiottì ogni cosa. Ma mai deglutì la grinta e la determinazione dimostrate da un popolo intero. Una kermesse di artisti di altissimo livello ha tenuto banco, a partire dalle ore 20 e 30 di sera, con una Cattedrale gremita di sottofondo, regalando agli astanti note di umanità non solo cristiana.

 

imageIl prezzo di 10 euro al biglietto ha permesso, agli organizzatori di racimolare la somma totale di 4 euro, i quali fondi verranno totalmente destinati alle zone terremotate del Centro Sud e consegnati personalmente, tramite assegno, alle due Diocesi di Rieti e di Ascoli Piceno. Sicuramente, c’è sempre tempo per fare del bene. Ma il tempo, in fondo, è un orologio impazzito che, molto spesso, non riesce nemmeno a fermarsi e a far fermare le persone a pensare. «Io, da subito – afferma Don Claide – ho avuto l’idea di fare un qualcosa di sentito e di diverso per quella gente tanto sfortunata. Noi qui, nella Marsica, sentiamo molto sulla nostra pelle il dramma del terremoto e di tutte le sue sciagure successive che comporta. Quelli che prima di noi hanno calpestato questo suolo avezzanese, hanno avuto, in fondo, la stessa triste esperienza delle vittime della terra di oggi. Qualche giorno dopo la notte del sisma, ho, infatti, incontrato personalmente Lino Guanciale, al quale ho subito avanzato la proposta di questo evento. La sua risposta è stata felicemente brutale: ‘chiaramente sì!’, mi ha detto. Dopo di lui, anche tutti gli altri artisti (il Trio Cardoso, Ilaria Porceddu, Manuel Aspidi e Micaela Foti) si sono sentiti onorati di poter far parte di questa grande famiglia della solidarietà e di riuscire a produrre, anche se solo per una notte di musica e di parole, qualcosa per gli altri. Fino a qualche giorno fa, inoltre, sono stati ‘ospiti’ della nostra Cattedrale anche i resti mortali di Santa Teresa di Lisieux, la quale è stata una donna importante nella storia della Chiesa Cattolica. Ella ha insegnato ai cristiani a vedere Dio in maniera diversa, a vedere in Lui qualcuno che ama al di sopra di ogni merito e di ogni capacità propria ed anche al di là dello stesso peccato. Lei, un tempo, affermò: ‘Io voglio farmi una grande Santa e per fare questo, se guardo alle mie sole forze, è poca cosa, ma se guardo a Dio e alla sua bellezza, vedo l’amore e questo amore mi solleva’. Gli artisti, in fondo, parlano con la bellezza ed è proprio di bellezza che noi abbiamo bisogno per riuscire a guardare avanti con coraggio. La bellezza può fare tanto: da essa può nascere la carità». Il parroco è stato coadiuvato in questo sprint sociale da un nutrito gruppo di attivisti dell’affetto, quali: Alessandro Franceschini, Massimiliano De Foglio e dall’associazione ‘ex Alunni Liceo Alessandro Torlonia’ di Avezzano. La bacchetta d’orchestra, invece, di Roberta Maiolini, conduttrice della serata e speaker radiofonica, si è fatta sentire, liturgicamente allegra.

image-1La storia del movimento tellurico, inoltre, è stata letta e percepita anche attraverso le pagine della letteratura più bella, psicologicamente scivolosa e ricca di risvolti. Scivolare tra le parole come se esse fossero quasi di acqua piovana: grazie al tono del concittadino Lino Guanciale, il nuovo volto fiction della Rai ed anchorman vero e proprio della serata, le parole, di notte, hanno fatto crescere, tra la folla in ascolto, sospiri ed incanti nell’anima. Le letture prescelte dall’attore avezzanese hanno significato notte e giorno fra le mura di una Cattedrale attenta, che è rimasta muta di fronte alla prorompenza di un linguaggio ruvido, sopratutto a seguito del terremoto del 24 agosto. «Avezzano – ha detto il sindaco Di Pangrazio, in prima fila – è contraddistinta da una forte connessione con la solidarietà. Noi l’abbiamo vissuta, questa tragedia, in un’altra vita; una tragedia che abbiamo rievocato nel corso del 2015, facendo in modo che tutti i giovani avessero ben presente in mente la nostra forte voglia di crescere e di rinascere. Questo tempio del Cristianesimo è un segno distintivo della nostra città: dagli artisti che si esibiscono questa sera, viene testimoniata la grande passione di mostrare cosa c’è veramente dentro ad un cuore umano». Uno dei brani prescelti da Lino Guanciale, dal titolo di ‘Finestre’, ha colpito non poco nel segno: Amatrice, Accumoli ed Arquata del Tronto sono, ad oggi, infatti, zone, popolazioni e confini geografici in cerca proprio di finestre. Parole pesanti e pensanti, quindi, assieme a note leggere, che hanno fatto riflettere sulla consistenza della vita stessa. La riflessione, in fondo, è una macchina che riesce ad andare anche avanti da sola, solo, però, se ben oliata dall’intelligenza. ‘La Ginestra’ di Leopardi ed il ‘De Rerum Natura’ di Lucrezio (poeta e filosofo romano, adepto dell’Epicureismo), assieme ad un tassello dell’Apocalisse di Giovanni, con la pittura plastica della città della nuova Gerusalemme, hanno dipinto la natura come una dura nutrice, capace anche di annichilare il tutto. Non è mancata, infine, qualche curiosità sui suoi progetti futuri, strappata via da un abbottonatissimo Lino Guanciale. «Ci sarà una seconda stagione di ‘Non ditelo al mio capo’, fiction Rai che ha avuto il boom di consensi e di applausi da parte del pubblico da casa. Ora, sono in TV, – afferma – ogni martedì sera, con ‘L’allieva’, al fianco di Alessandra Mastronardi e Martina Stella. L’attore, divenuto di caratura nazionale grazie al suo sguardo di ghiaccio bollente, debutterà, inoltre, a breve, a Teatro, con lo spettacolo ‘Ragazzi di vita’, ispirato ad uno dei più conosciuti romanzi pasoliniani. «Una compagine di attori di fresca energia sarà al mio fianco nel costrutto di questa storia teatrale: vale la pena di venirla a vedere perché si chiude, in questo modo, un anno di celebrazioni in onore del ricordo della scomparsa di Pierpaolo Pasolini, morto nel ’75. Con il suo romanzo, il primo di grandissimo successo, che oserei definire scandalosamente religioso, il regista Massimo Popolizio, il più grande degli attori della sua generazione, ha dato in pasto all’Italia una delle sue prime prove importanti». Toccanti, infine, le voci vibranti di Ilaria Porceddu, Manuel Aspidi e Micaela Foti. Il brano ‘In equilibrio’, della giovane perla di Cagliari, è stato dedicato a tutti gli equilibristi di questo periodo, i terremotati, ossia a tutti coloro che «stanno vivendo sopra un battito di mani». «Fare ciò che più amiamo al mondo, ma in veste assolutamente solidale, per noi artisti, significa essere d’aiuto in massimo modo alle persone che non stanno trascorrendo un bel periodo della loro vita. Dedico ‘Amazing Grace’ a tutta la gente qui presente – conclude Manuel, talento di The Voice 2016  – ma soprattutto alle persone che qui sono assenti, perché impegnate a fronteggiare la vita alla sua ripartenza da zero».

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