Inaugurata il 28 giugno all’Istituto Italiano di Cultura (IIC) di New York la mostra “Orgoglio e Memoria – Emigrazione dal Meridione”, una significativa esposizione ideata dal giornalista Luigi Liberti e patrocinata dall’IIC, che documenta l’emigrazione meridionale attraverso documenti e testimonianze della Collezione Bonelli, custodita nel Museo di Napoli. Nella mostra sono attestate le diverse storie ed i risvolti economico-sociali del fenomeno migratorio italiano a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, una vera diaspora che in poco più d’un secolo ha visto uscire complessivamente dall’Italia oltre 27 milioni di emigrati, gran parte dei quali proprio dal Mezzogiorno.
L’emigrazione italiana è stato per molti, troppi anni un fenomeno negletto, poco indagato e scarsamente conosciuto. Oggi della storia dell’emigrazione italiana si conosce – neanche poi tanto approfonditamente – la parte gloriosa: i successi e il prestigio che gli italiani delle generazioni successive alla prima emigrazione hanno conquistato in tutti i campi nel corso di questa vera e propria epopea. Molto meno si conosce la parte dolorosa. L’esercito di braccia che partì dall’Italia verso le terre d’emigrazione, infatti, si trovò a dover affrontare inimmaginabili e drammatiche vicende umane, a lottare ogni giorno contro sospetti e pregiudizi, a subire spesso angherie d’ogni sorta, a doversi confrontare in competizioni durissime con sistemi sociali sconosciuti e condizioni di lavoro altrettanto precarie.
Da qualche anno, finalmente, studiosi e scrittori stanno illuminando con i loro lavori la Grande Emigrazione italiana, favorendo efficacemente la conoscenza del fenomeno migratorio. Sono opere che segnalano a costo di quali enormi sacrifici i nostri emigrati abbiano conseguito conquiste civili, economiche e sociali, nei paesi d’emigrazione. Di quali terribili pregiudizi essi siano stati vittime. Pagine dolorose della nostra emigrazione, che vanno assolutamente conosciute. Lungo, difficile e impegnativo è stato infatti il percorso dei nostri emigrati per affrancarsi dal pregiudizio e conquistare considerazione e stima, per affermarsi in ogni settore di attività nei Paesi d’accoglienza, al cui sviluppo hanno fortemente contribuito. Nondimeno essi hanno conquistato sul campo, in condizioni assai difficili, ragguardevoli risultati grazie alla loro laboriosità, all’ingegno e all’intraprendenza creativa, come pure alla correttezza dei loro comportamenti – nella stragrande maggioranza dei casi – tanto da guadagnarsi il rispetto grazie a testimonianze di vita esemplari.
Grande interesse ha accompagnato l’apertura della mostra, salutata da un parterre di presenze di grande rilievo, a partire dall’Ambasciatrice Mariangela Zappia, in video collegamento da Washington, al Console Generale d’Italia a New York Fabrizio Di Michele, oltre che dal direttore dell’Istituto Italiano di Cultura Fabio Finotti. Presenti, tra un folto e attento pubblico, l’On. Christian DiSanzo, deputato eletto nella Circoscrizione estero Centro e Nord America, Silvana Mangione del CGIE, Angelo Vivolo e Lisa Ackerman per la Columbus Citizens Foundation, John Calvelli per la NIAF, Anthony J. Tamburri direttore del Calandra Italian American Institute, il Presidente dell’Italian Heritage and Culture Committee, Joseph Sciame, con una nutrita rappresentanza composta dalla vicepresidente Maria C. Marinello e dai componenti del Board Josephine Maietta, Giuliana Ridolfi Cardillo, Lucrezia Lindia, William Russo, Joan Migliore Marchi, Jennifer Adriana LaDelfa. Inoltre l’imprenditore calabrese cresciuto nel Bronx, Rocco Commisso, tra l’altro proprietario della Fiorentina Calcio. Presenti tra gli altri, dall’Italia, Luigi Liberti e Gaetano Bonelli, creatore a Napoli del Museo dell’emigrazione dal quale proviene il materiale documentario in esposizione.
Dunque, iniziative come l’interessante mostra, aperta a New York, sono davvero meritorie per ampliare la conoscenza del fenomeno migratorio italiano. In particolare davvero preziosa ed utile questa esposizione, attraverso la cospicua varietà di documenti – manifesti, locandine, titoli di viaggio, cartoline, fotografie – che testimoniano uno dei periodi più tristi della nostra storia, per anni trascurato, perché si prefigge il duplice scopo non solo di ribadire l’importanza e l’influenza che ha rappresentato l’emigrazione italiana per i paesi di destinazione, quanto soprattutto per far comprendere la centralità del tema anche in Italia, dove delle fatiche, dell’orgoglio, e dell’epopea degli emigranti si conosce veramente molto poco. Il percorso narrativo della mostra “Orgoglio e Memoria – Emigrazione dal Meridione”, ospitata dall’Istituto Italiano di Cultura di New York, accompagna il visitatore nella storia migratoria attraverso ricostruzioni, testimonianze e contributi multimediali, iniziando dalle memorie e dalle esperienze di chi lasciò l’Italia per cercare lavoro e fortuna in vari luoghi del mondo, con attenzione particolare a chi lo fece partendo dal porto di Napoli verso gli Stati Uniti d’America.