“Gabriele d’Annunzio nel 1928 scrisse ai pescaresi freschi di unificazione facendo leva sull”amore concorde per ascendere alla grandezza che vi è destinata’.
Le parole del Vate siano attuali per la Nuova Pescara, che sarà grande in tutte le sue declinazioni”.
Con queste parole il sindaco di Pescara Carlo Masci conclude una lettera aperta invitando a non rallentare l’iter per la ‘Nuova Pescara‘.
“La città di Pescara è nata da una fusione agli albori del Secolo breve e dovrà diventare grande con una nuova fusione nel Secolo brevissimo, quello che stiamo vivendo e in cui tutto è accelerato e rapido – è l’incipit della lettera – Non possiamo più permetterci di tenere i ritmi del passato, palesemente inadeguati al presente e altrettanto incompatibili col futuro che stiamo disegnando. Nuova Pescara è un progetto da trasferire dall’idea alla carta; un cantiere già aperto da un referendum e da una legge regionale; un’utopia da trasformare in realtà; un pensiero per contare di più e recitare da protagonisti sul palcoscenico della storia. Non possiamo perdonarci ritardi ingiustificabili. La città veloce deve tagliare il traguardo nel 2024, senza soste tattiche, senza dubbi e senza procedere né col freno a mano tirato né col motore fuori giri: c’è tutto per arrivare presto e bene, e consegnare alle nuove generazioni la città più importante del medio Adriatico e tra le prime venti dell’Italia che verrà. Solo così l’orgoglio dell’appartenenza sarà l’orgoglio di essere autorevolmente nella prima fila nazionale e riferimento certo in prospettiva europea”.
“Pescara, Montesilvano e Spoltore – scrive ancora – hanno bisogno di energie creative e sinergie intellettuali e pratiche per dotarsi di uno statuto condiviso che sia il faro del XXI secolo della nuova realtà urbana. Pensare a una diluzione dei tempi, a una dilatazione delle procedure, a uno scolorimento dell’impegno delle tre municipalità va contro la logica e il buon senso, oltre che contro la volontà espressa dai cittadini.
Il tempo che ci resta rispetto a una scadenza già posticipata sul preventivato 2023 non può essere sprecato voltandosi indietro, ma va piuttosto speso proficuamente per guardare avanti”.