I soggetti ospedalizzati per Omicron 5 hanno mostrato un’alterata funzione endoteliale tre mesi dopo la fase acuta con una compromissione della funzione polmonare.
È quanto emerge da uno studio condotto dall’unità di Day Hospital della Fondazione Policlinico Universitaria Agostino Gemelli di Roma su 658 pazienti, osservando una correlazione diretta tra incremento del rischio di disfunzione endoteliale e severità dell’infezione.
La ricerca è stata presentata alla Conferenza internazionale sulla cachessia, sarcopenia e perdita muscolare, tenuta dal 24 al 26 giugno a Lisbona.
L’endotelio, tessuto di cellule che rivestono le pareti interne del cuore e dei vasi, modula l’aggregazione piastrinica, i processi coagulativi, contribuisce all’immunità innata, riduce l’infiammazione, regola le resistenze vascolari, protegge mediante antiossidanti dall’effetto nocivo dei radicali liberi dell’ossigeno.Risulta dunque fondamentale preservarne e migliorarne la funzione.
Presentati anche i risultati di una sperimentazione condotta dall’unità di Day Hospital del Policlinico Gemelli di Roma: si è riusciti a valutare gli effetti della supplementazione di L-arginina e vitamina C liposomiale sui parametri funzionali in soggetti adulti con long covid. Migliora significativamente la performance di cammino, la forza muscolare e attenua la sensazione di astenia o fatica.
Un altra ricerca, del King’s College di Londra, i cui risultati sono stati pubblicati su The Lancet, dimostrano che una persona su 23 che contrae la variante Omicron 5 continua ad avere sintomi per più di 4 settimane.