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“Omicron meno grave per chi è vaccinato, niente terrorismo”

A dirlo è il vice segretario della Lega Abruzzo Foschi, nonché cardiochirurgo all'Ospedale di Chieti: "Per il 2022 sono ottimista con il vaccino proteico Novavax ci sarà una maggiore protezione nel tempo. I No Vax? Troppo spazio in TV".

“Dalla situazione che sta emergendo, per i vaccinati la variante Omicron causa effetti meno gravi e meno ricoveri, chi è contagiato non presenta un quadro polmonare preoccupante e non ha trombosi in una percentuale molto elevata. Pare che questo nuovo virus si limiti esclusivamente e principalmente ad attaccare il primo tratto delle vie respiratorie: nonostante il boom con diverse decine di migliaia di contagi, potrebbe quindi essere l’inizio, magari, di una discesa della pandemia, una buona notizia. Ma non bisogna abbassare la guardia, occorre mantenere le misure di sicurezza, a partire dalla mascherina, e continuare soprattutto con le vaccinazioni”.

A conclusione del 2021, secondo anno di un incubo chiamato coronavirus, a pronunciare parole di speranza per il nuovo anno, è il dottor Massimiliano Foschi, cardiochirurgo dell’ospedale Santissima Annunziata di Chieti e vice segretario regionale abruzzese della Lega.

La speranza è che omicron, frutto di mutazioni genetiche del covid originario, sia l’inizio di questo depotenziamento – spiega ancora -. Altra buona notizia è l’approvazione da parte dell’Ema del nuovo vaccino proteico di Novavax, che potrebbe avere una efficacia molto più duratura rispetto a quella dei vaccini M-rna, che purtroppo garantiscono protezione per pochi mesi. Dunque, possiamo concludere che siamo sì in una quarta ondata ma che per fortuna non ha niente a che vedere con le precedenti. Bisogna avere ancora un po’ di cautela e stringere ancora i denti, non siamo sicuramente tranquilli ma sono ottimista. Nelle prossime settimane avremo molto da fare ma non credo che si riproporranno quei numeri che abbiamo visto l’anno scorso. Prima c’era l’influenza e altri virus respiratori, ora c’è anche il Covid che potremo però gestire”, puntualizza Foschi.

Dopo la notte del cenone, il medico esprime un concetto chiaro: “Non c’è da terrorizzare nessuno. Non si deve dire che chiuderemo tutto, gli italiani devono continuare a fare quello che hanno fatto fino ad oggi, cioè proteggersi con i dispositivi e continuare a vaccinarsi. La storia della medicina insegna che i virus, dopo aver anche dimezzato la popolazione, non sono mai più tornati nel luogo del delitto, e sono diventati virus innocui e quindi non patogeni”.

Foschi dice la sua anche sul momento che si sta vivendo in Italia: “nel nostro Paese, sicuramente stiamo vedendo un aumento dei contagi e in alcune realtà anche dei ricoveri ospedalieri, quindi io credo che ha molto più significato chiamare quella in atto quarta ondata e non quella della scorsa estate. Noi dobbiamo sempre pensare che non siamo un Paese isolato dal resto del mondo. Soprattutto in Europa sta avvenendo la quarta ondata in maniera abbastanza violenta, forse è la peggiore di quelle avute fino a oggi per alcune zone, pensiamo a Romania, Bulgaria, Russia, Ucraina, Albania. Da noi vediamo che il virus sta rialzando la testa ma come ampiamente atteso”.

Per il cardiochirurgo, l’altra problematica “da affrontare con maggiore efficacia” è legata all’alto numero di non vaccinati e a tale proposito sottolinea: “stiamo dando, anche in tv, troppo spazio a no vax e no green pass, sembra che l’Italia sia solo quella”. “Per il resto – prosegue – dobbiamo convincere i più scettici, anche perché i dati appaiono talmente evidenti e incontrovertibili che tutti i castelli che i no vax hanno costruito stanno cadendo a uno a uno. E credo che anche la forza di queste persone stia progressivamente calando, perché la gente vede che la politica vaccinale è l’unica risposta in questo momento, perché comunque ora abbiamo una vita tutto sommato molto simile a quella che avevamo prima della pandemia. Certo dobbiamo portare le mascherine e rispettare le distanze ma non ci sono più limitazioni così enormi della nostra quotidianità”.

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